14/3/2007 - RICERCA.
L’INGLESE JOCELYN BELL-BURNELL OSPITE IN ITALIA
“Alle donne scienziate il
Nobel resta proibito”
La scopritrice delle pulsar
accusa i camici bianchi
GABRIELE BECCARIA
«Essere una donna scienziato è come
vivere da mancini in un mondo di gente che scrive con la
destra».
Siamo noi occidentali i veri talebani. Un
trentennio dopo il mancato Nobel, Jocelyn Bell-Burnell, 64
anni, continua a incarnare l’esempio più clamoroso di
discriminazione e di vero e proprio razzismo contro le donne.
E’ lei che ha scoperto le stelle pulsar, ma nel 1974
l’Accademia di Stoccolma la ignorò, premiando invece il
supervisore della sua portentosa tesi, Anthony Hewish. E
ancora più stupefacente è il fatto che nel 2007 non è cambiato
molto. «Essere donne resta comunque uno svantaggio anche nei
laboratori - spiega l’astrofisica britannica, oggi visiting
professor all’Università di Oxford -. La società non è
organizzata per rispondere alle loro esigenze e tante
discipline, dalla fisica alla chimica, sono da sempre dominate
dagli uomini e rischiano di esserlo per
sempre».
Professoressa, lei sarà alla Triennale
di Milano la prossima settimana e parlerà in occasione
dell’evento «I Nobel negati alle donne di scienza». Ha in
mente una strategia per rimediare a un’ingiustizia tanto
plateale? «A Oxford ci stiamo impegnando molto per
trovare studentesse brillanti e poi per trattenerle in facoltà
come ricercatrici. Ma non è semplice. Mi permetta di fare un
semplice esempio: anche da noi, come in tutte le università,
si organizzano molti convegni e seminari. E sa quando si
tengono? Quasi sempre nel tardo pomeriggio, proprio quando una
mamma deve passare all’asilo o a scuola per prendere i
figli».
Adesso, però, anche da voi, come in
tutte le scuole, il rapporto maschi e femmine è 50-50. Anzi,
in molti casi sui banchi ci sono più ragazze che ragazzi. Non
è così? «E’ vero, ma al vertice le donne restano
poche. In media in Gran Bretagna chi di noi occupa le
posizioni “senior” non supera il 13%. E i “panel”, vale a dire
i consigli che selezionano i giovani, continuano a essere
segnati da stereotipi sottili». Che tipo di stereotipi? «C’è
una ricerca psicologica che considero significativa. E’ stata
sottoposta agli esaminatori una serie di curriculum di ragazze
e poi sugli stessi fogli è stato sostituito il nome, mettendo
quello di un ragazzo. Si è osservato che i professori
selezionavano più volentieri e più spesso i candidati maschi,
mentre con le femmine erano assurdamente
severi».
Si comportavano allo stesso modo anche
le professoresse? «Sì».
Lei ha
annunciato la scoperta delle pulsar nel ‘68 e sei anni dopo si
è vista scippata il Nobel: quanta rabbia ha
ancora? «Non l’ho vinto, è vero. In compenso ho
avuto tanti altri premi e in fondo è stato molto più
divertente: il Nobel significa una settimana davvero
fantastica a Stoccolma e poi più niente, perché nessuno osa
dare un riconoscimento a qualcuno che è salito così in
alto».
Che suggerimenti darà a Milano alle
ragazze che vogliono diventare camici
bianchi? «Quando seleziono qualcuno, voglio capire
quanto è motivato e se un individuo è abile nell’affrontare i
problemi, oltre che nel comunicare con i colleghi.
L’astrofisica, in particolare, è un settore altamente
competitivo e chi lo sceglie può avere molte opportunità,
anche al di fuori dell’università, perché richiede competenze
diverse e tante qualità».
Lei è credente e
quacchera. Che cosa pensa delle interferenze della Chiesa
cattolica e delle altre religioni nella vita pubblica e nelle
questioni scientifiche? «Quella dei quaccheri è
una chiesa ottima per gli scienziati: non ha dogmi e sostiene
che ciascuno deve capire che cosa Dio vuole da lui. E’ quindi
un percorso in continua evoluzione. I fondamentalisti, dai
cattolici ai musulmani, vogliono invece certezze. Alla Royal
Society stiamo parlando molto di questo problema, ma non
abbiamo ancora deciso che tipo di risposta
organizzare».
CHI E' Bell-Burnell,
Astrofisica RUOLO: E’ visiting
professor all’Università di Oxford ed è stata presidente della
Royal Astronomical Society. RICERCHE: Ha
scoperto le stelle pulsar nel1968 e da allora ha concentrato i
suoi studi sulle stelle di neutroni.