Politecnico di Torino | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anno Accademico 2011/12 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
02NBJPM Atelier Composizione e storia del progetto |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Corso di Laurea in Architettura - Torino |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Programma
Silvia GRON - Paolo CORNAGLIA
PROGETTARE NEL COSTRUITO. LA NUOVA ARCHITETTURA IN UN CONTESTO DI LUNGA CIVILTA' Con la fine dell’espansione urbana illimitata, l’attenzione della progettazione architettonica viene focalizzata –di nuovo- sul "centro storico" o, per meglio dire, sulla città compatta esistente. Obiettivo dell’attività progettuale è la "rigenerazione urbana" -tramite il progetto di architettura- di alcune aree in stato di degrado. Le aree interessate alle nuove trasformazioni sono: da una parte, spazi centrali rimasti per variegati motivi irrisolti dal punto di vista architettonico (formale e funzionale); dall’altra, aree decentrate e/o parti della periferia storica rese disponibili dopo i cambiamenti epocali in alcuni settori produttivi, nel processo di "de-industrializzazione" della città contemporanea. L’Atelier quest’anno si occupa esclusivamente del primo caso. In questa operazione di riconfigurazione architettonica di alcune parti della città vengono valorizzate le caratteristiche culturali del luogo (il cosiddetto "genius loci") ma anche -e, forse, soprattutto- quelle fisiche del contesto specifico, cioè le "preesistenze ambientali" di cui parlava già negli anni cinquanta del secolo scorso Ernesto Nathan Rogers, uno dei maestri dell’architettura italiana del secondo Novecento. Inoltre, sembra ineluttabile (e lo è) lo studio del rapporto che esiste tra una storia interna del tipo architettonico e una storia esterna del contesto, in altre parole l’analisi costruita attorno al rapporto tra morfologia urbana e tipologia edilizia. Infine, il presupposto che muove l’attività compositiva dell’Atelier riconosce nelle migliori opere nel passato -cioè nella Storia- e nei principi fondamentali -cioè nella Teoria- il necessario paradigma per la nuova progettazione. Area di progetto: I due contributi dell’Atelier (la storia e la composizione) affrontano in maniera autonoma aspetti teorici della propria disciplina; i contenuti sono poi funzionali all’elaborazione di un progetto architettonico elaborato congiuntamente. L’Atelier si occupa della (ri)progettazione di alcune parti della cosiddetta "Area di Comando" torinese, cioè della parte di città compresa tra: Palazzo Reale, via Po, piazza Vittorio Veneto, lungoPo Cadorna, via Gaudenzio Ferraris, Giardini Reali; in particolare affronta la riorganizzazione e il completamento del monumento urbano denominato ‘Cavallerizza’ prevedendo l’inserimento di attività pubbliche strettamente connesse al sistema museale cittadino. Il tema della Cavallerizza e della sua area, del settore urbano in cui si colloca, rappresenta uno degli aspetti in cui si declina la struttura e il volto di una città-capitale. In particolare costituisce quella particolare sezione dei palazzi del comando non destinati ad ospitare il sovrano ma tutta una serie di servizi e strutture, che vanno dalle scuderie ai ministeri, dai teatri alle sale per le esercitazioni equestri. L’apporto della storia dell’architettura intende focalizzare le vicende architettonico-urbanistiche della zona di Torino che dalla piazza del castello giunge al fiume, considerando lo sviluppo urbano tra pianificazione barocca e ampliamenti ottocenteschi e le architetture puntuali (Segreterie, Teatro Regio, Archivi di corte etc.), nel contesto di simili vicende in altre città-capitali europee (Parigi-Versailles, San Pietroburgo, Berlino, etc.) e nel contesto dello sviluppo di alcune tipologie (edifici ministeriali, teatri di corte, scuderie, cavallerizze, etc.). Sulla base di queste conoscenze gli studenti avranno coscienza del contesto stratificato in cui devono operare ma anche delle scelte progettuali sottese ai diversi interventi che hanno mutato, di tempo in tempo, la struttura e la facies dei luoghi, in ragione di nuove funzioni o di nuovi requisiti formali, politici, etc. L’Atelier si confronterà poi durante il semestre in particolare con la squadra 8 diretta dai professori Costantino Patestos e Augusto Sistri che affronteranno il medesimo tema di progetto concentrando la loro attenzione sulla riconfigurazione: a) dell’attuale piazzale Aldo Moro e b) dell’isolato di San Venanzio, prevedendo la progettazione di una residenza universitaria e nuovi spazi per il Museo del Cinema (Mole Antonelliana). Oltre al lavoro progettuale vero e proprio è prevista un’esercitazione sui temi storiografici documentati nella bibliografia essenziale e in quella successivamente proposta in lezioni tematiche. Docente da nominare - Sergio PACE IMMAGINE DELLA CITTA' E DELLO SPAZIO PUBBLICO MONUMENTALE Oggetto di studio e luogo d'intervento Mirafiori, lo stabilimento, il nuovo tessuto urbano tra Corso Orbassano e Corso Marche, la nuova piazza. Articolazione tematica dell’atelier Tema # 1: La costruzione di un nuovo tessuto residenziale per rispondere a un processo di consolidamento di una vocazione urbana, alla ricerca di nuove centralità connotate da un’evidente mixité: dalla città frammentata alla città integrata. Tema # 2: La trasformazione degli spazi industriali e postindustriali dello stabilimento di Fiat-Mirafiori, con il progressivo (e talvolta contradditorio) slittamento di confini tra spazi pubblici e privati, spazi del lavoro e del tempo libero, spazi della residenza e del commercio: il grande recinto che si ritrae e talvolta avanza. Tema # 3: la configurazione della morfologia urbana nell’individuazione dei nuovi limiti della città, al di là persino dei confini amministrativi, attraverso il confronto con l’ipotesi dell’infrastruttura di Corso Marche, che terrà insieme viabilità privata, trasporto pubblico e spazi aperti: i luoghi di relazione e le mobilità come principi di costruzione della forma urbana. Articolazione operativa dell’atelier L’atelier prevede, innanzitutto, la collaborazione continua delle due discipline coinvolte, sia attraverso la discussione comune delle fasi, modalità e revisioni dei lavori di ricerca volti all’elaborazione sincronica dei tre temi assegnati, sia attraverso l’identificazione di un percorso analitico che, nella storia dell’architettura e della città, consenta di ripercorrere in senso diacronico gli stessi tre temi di lavoro. L’organizzazione dell’atelier prevederà la predisposizione di un disegno strategico, elaborato collettivamente tra studenti e docenti con il coinvolgimento degli uffici tecnici dell’amministrazione municipale e dell’Urban Center Metropolitano di Torino. Da tale disegno strategico deriveranno, da un lato, una doppia serie di lezioni di teoria e storia dell’architettura e della città condivisa dai due docenti e, dall’altro, le ipotesi di progetto, elaborate da gruppi di max. tre studenti. I risultati del lavoro dovrebbero essere quanto più integrati tra restituzioni grafiche (comprese tra i piani urbanistici e il disegno architettonico 1:200) e elaborazioni scritte, relative ai temi principali dell’atelier. Matteo ROBIGLIO - Carlo OLMO UN LABORATORIO ....INESISTENTE Ormai da decenni è finita la stagione della storia "operativa" e della storia "utile": stagione che aveva legato storia e progetto in un legame mutuo di legittimazione, per cui la storia fondava le ragioni del progetto e il progetto dimostrava le tesi della storia. Il distacco che si prodotto tra la storia e una progettazione che oggi sembra volere legittimarsi da sola è sotto gli occhi di chiunque oggi legga un articolo, guardi un edificio, avvicini un progetto didattico (là dove esiste). Prima di...partire, forse occorrerà provare a discutere, con gli studenti, la ragione di un esperimento – un laboratorio che torni a coniugare storia e progetto – oggi inconsueto nelle scuole di architettura, non solo italiane. Può la storia dell’architettura competere con la progettazione dell’architettura sull’interpretazione della modernità, non solo quella codificata del Novecento? Può la progettazione accettare che la storia non sia solo una "descrizione" di fenomeni o, peggio, un deposito di immagini e di riferimenti? Può la progettazione proporsi come interpretazione della storia e non solo come problem solving? Può un laboratorio proporre letture parallele, a volte conflittuali, di architetture proponendo allo studente di concepire il suo lavoro di progettista come un "interprete", che deve saper comparare soluzioni, linguaggi, scelte costruttive? La distribuzione e la professione dell’ architetto. Il tema del laboratorio è la distribuzione. Un tema da tempo disertato, su cui invece si è sempre misurata la capacità di invenzione non decorativa dell’architettura, la capacità di organizzare efficacemente spazio e tempo. La ricerca progettuale sulla distribuzione riporta l’architettura alla sua ragione di legittimità: si dà architettura quando un problema non ha "una sola" risposta determinata, quando il problema non è di trovare un equilibrio tra committenza, tecniche, economia e linguaggi, ma quando in gioco è la "domanda" prima ancora che la risposta. La ricerca non può allora esaurirsi con le tipologie o gli abachi. La cultura dello standard, che riporta ogni problema ad una soluzione rassicurante perché ridotta ad una ricorrenza, assomiglia troppo alla cultura medica dei protocolli, che ignora la persona riducendola alla sua patologia. Culture che classificano e codificano, nascondendo la responsabilità di scelte solo apparentemente tecniche, in realtà politiche: perché definire sequenze e modi di accesso significa stabilire gerarchie e pesi, attribuire significati e valori. La distribuzione (degli spazi abitativi e di quelli pubblici, degli edifici e della città) resta perciò l’unico terreno dove si può giocare la "necessità" dell’architettura. Un esito che mette in discussione la forma del prodotto. Un laboratorio di storia e progetto, non essendosi mai praticato, non ha canoni precostituiti. Il progettista dovrà "tornare" a fare lezione, rendere espliciti i fondamenti delle sue scelte senza rifugiarsi nelle scorciatoie del "mestiere" e delle norme. Lo storico dovrà accettare di non rifugiarsi "nelle fonti", diventate simulacri della realtà, per interpretare le ragioni di una domanda di distribuzione non codificata, o il suo mestiere rischia di diventare esornativo. Come? Ripercorrendo le distribuzioni codificate e le invenzioni distributive, e proponendo casi progettuali – veri e propri "esercizi di distribuzione" – in cui il confronto con una distribuzione apparentemente impossibile obblighi a rompere codici e tipi consolidati. L’esercizio richiederà altri attori...in commedia, perché il gioco della costruzione è un gioco a più voci, in cui politica, economia, impresa giocano la loro parte. Interventi che non potranno che mettersi a loro volta in gioco. Quale è la capacità del mondo imprenditoriale o immobiliare oggi di intercettare la domanda sociale? Esistono "modelli" che possano preparare la propria variazione interna (al di là del sogno, che pure andrà discusso, della flessibilità)? Quanto sono ancora efficaci le macchine distributive che hanno dato forma alla città del dopoguerra? Sostenibilità, green building e smart cities sono retoriche, o possono rivoluzionare l’organizzazione concreta della città e degli edifici? Esercitare a mettere in discussione i propri pregiudizi e non cadere nel relativismo delle soluzioni, ma educare ad una storicità non solo critica e dubitativa, ma propositiva di soluzioni spaziali, è l’obbiettivo minimo di un laboratorio di Storia e Progetto. Forse l’obbiettivo che maturerà in qualche anno di laboratori sarà la riconsiderazione dello spazio come uno spazio denso di significati, conflitti e valori, in cui sapersi muovere, con soluzioni davvero innovative, sarà possibile solo tanto più saranno ricche e diverse le letture, i punti di partenza, il dialogo nel senso meno conformista e rassicurante del termine. Pierre Alain CROSET - Edoardo PICCOLI LO SPAZIO DELL'ABITARE Il laboratorio propone un percorso introduttivo, in cui le due discipline coinvolte dialogano e si intrecciano con continuità, intorno al problema dello spazio dell'abitare e del suo progetto. Questione emblematica da sempre, della professione di architetto, ma anche terreno pedagogico su cui misurare il ruolo dell'architettura nella vita e nella società. Terreno di grande complessità, ma anche aggredibile, a diverse scale, nei suoi aspetti più elementari e paradigmatici, e dunque adatto all'esperienza di un secondo anno di studi. Il corso si articolerà in moduli tematici - non casi studio ma "problemi" - della durata di una o due settimane ciascuno, in cui sia il docente di storia sia il docente di progettazione proporranno almeno una lezione frontale sul tema; al tema sarà collegata una esercitazione (un "compito" da svolgere; o una esercitazione pratica) individuale. Ad esempio: un tema generale, come la questione della "capanna primitiva", ovvero dell'origine abitativa dell'architettura, formerà un modulo; due lezioni frontali ed alcune letture forniranno gli strumenti critici per produrre un "progetto" di capanna, o un'analisi di casi storici di trattati, etc..., da restituire sotto forma di schizzi, o di modello fisico, da consegnare la settimana successiva. A ogni consegna farà seguito, dopo alcuni giorni, una discussione collettiva dei risultati più interessanti. Le esercitazioni potranno avere un carattere più dichiaratamente progettuale, oppure di analisi e di ricerca all'interno di casi e temi della storia dell'abitazione umana. Il corso si potrà concludere con una esercitazione o un elaborato più complesso, esteso alle tre settimane di ripresa dei corsi dopo la pausa invernale: questa riflessione di più ampio respiro conclude e perfeziona il "book" di ogni studente, ovvero l'insieme di elaborati (disegni, modelli, testimonianze di letture) accumulati nelle 8 settimane iniziali. La valutazione finale terrà conto dei risultati raggiunti a fine corso, ma anche della qualità complessiva dei lavori. Un obiettivo non secondario, è quello di ricorrere in modo continuativo al disegno - e in particolare allo schizzo, al disegno manuale - per ragionare ed esplorare i diversi moduli tematici, progettuali e storici. Michele BONINO - Filippo DE PIERI PROGETTARE LA CITTA' ASIATICA: TEORIE E PRATICHE DELL'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA (VISTE DA EST) È diventato quasi un luogo comune, nei più recenti dibattiti sull’architettura, osservare che l’emergere delle economie asiatiche a scapito di quelle occidentali coincide con un cambiamento non solo del contesto entro cui si svolge l’attività dei progettisti e degli operatori, ma del modo stesso di pensare il progetto architettonico e urbano. Lo sviluppo accelerato della città asiatica sembra segnare, oltre a uno spostamento delle geografie del mondo contemporaneo, anche la fine del ciclo del modernismo architettonico del Novecento, con il suo profondo radicamento in un orizzonte di senso definito dagli assetti spaziali e dagli equilibri sociali delle città europee e nordamericane. Il laboratorio si propone di fornire un’introduzione alle teorie e alle pratiche del progetto architettonico e urbano degli ultimi due decenni, osservandole da un punto di vista specifico: quello del confronto con la città asiatica. La conoscenza presumibilmente vergine di questo contesto, da parte di studenti all'inizio della loro carriera, permetterà di individuarne con chiarezza gli elementi costitutivi (spazi pubblici, interni urbani, tessuti, ecc.), studiandone i connotati in forma critica. Operazioni proposte nel laboratorio Si discuteranno le principali interpretazioni proposte da alcuni autori di riferimento riguardo alle recenti trasformazioni delle città asiatiche e al cambiamento che il confronto con la globalizzazione ha portato nelle pratiche progettuali dell’architettura. Si studieranno le storie di alcune città (Pechino, Shanghai, Dubai, Mumbai, Seul, Singapore), osservando con particolare attenzione il loro cambiamento negli ultimi due decenni e interrogandosi sulle principali differenze che la città asiatica presenta rispetto ai modelli di sviluppo consolidati della città europea. Si sceglierà una città specifica e si analizzeranno alcuni progetti particolarmente significativi per il loro ruolo urbano, realizzati da studi sia occidentali che locali. Questi casi studio saranno oggetto di ridisegno e "smontaggio", alla ricerca di un catalogo di risposte che i progettisti hanno elaborato rispetto al contesto urbano, sociale, economico e tecnologico della città asiatica. Giancarlo MOTTA - Chiara DEVOTI CARATTERI E SPECIFICITA' DELLE PERIFERIE METROPOLITANE TRA STORIA E PROGETTO: PROPOSTE PER INTERVENTI DI "SOCIAL HOUSING" NELL'AREA BARCA-BERTOLLA A TORINO Sui rapporti tra Storia e Costruzione del progetto in Architettura Nei procedimenti che vengono messi in atto nella costruzione del progetto, l’attenzione che viene riservata ai temi che riguardano l’architettura, la città, il territorio, osservati in un passato più o meno recente, costituisce un aspetto senza dubbio rilevante, così come rilevante lo è per le discipline storiche che di questi temi si occupano dal punto di vista disciplinare. Ciò che necessariamente deve coincidere, in questi due punti di vista, è la grande accuratezza e serietà con la quale si procede nell’osservare, descrivere, rappresentare l’oggetto specifico, sia esso architettura, città o territorio, del quale ci si sta occupando. Questa convergenza di approccio definisce ciò che può essere "utile" nella costruzione del progetto nel rapporto con gli studi storici. Per questo abbiamo scelto una base comune di osservazione, un unico terreno analitico e di proposta: si tratta dell’area detta di Barca-Bertolla nella periferia nord-est di Torino. Dalla messa in atto delle istanze descrittive che (non essendo mai "neutre") investono l’oggetto del nostro interesse, si sviluppano elaborati e prodotti interpretativi che sono diversi per le diverse finalità che perseguono: quelli riferiti alla ricerca storica, da una parte, e alla ricerca sul progetto, sulla trasformazione dell’architettura, della città e del territorio, dall’altra. Ne consegue che la compresenza in questo laboratorio delle discipline della storia e del progetto costituisce la sua parte dialettica: essa può aprire una discussione, favorire la formazione degli studenti e sviluppare le loro capacità critiche. A partire dal tema assunto come comune terreno di studio, l'atelier è costruito intorno ai percorsi integrati di due moduli didattici (Storia dell'architettura e Progettazione Architettonica), orientati a esplorare insieme e in parallelo i diversi possibili intrecci tra i saperi contenuti nello sviluppo storico della disciplina e le conoscenze richiamate da una specifica esplorazione progettuale, sincronicamente collocata in un tempo e un luogo circoscritto. Il corso di storia mirerà allo sviluppo della consapevolezza del ruolo progettuale del processo critico, processo che a sua volta è oggetto di una vera e propria progettazione, vale a dire di un progetto di conoscenza, da attuarsi secondo precisi processi di acquisizione delle informazioni e di costante valutazione dei risultati, sottoponendo anche le fonti a una revisione critica. Pur non prefiggendosi uno studio critico finalizzato a un’analisi storica di estrema raffinatezza (ciò che esula dalle necessità dell’Atelier), il contributo mira alla definizione di una specifica metodologia della ricerca, ponendo gli studenti nelle condizioni di operare scelte sul campo profondamente consapevoli. I temi, le attività e i materiali del progetto L’attività del laboratorio prevede lo svolgimento di esperienze progettuali localizzate, come si è detto, nel quartiere Barca-Bertolla, caratterizzato da una presenza particolarmente significativa dell’acqua: la grande ansa del Po alla confluenza con la Stura e i percorsi di rii, canali e bealere in parte ancora esistenti. Il tema di architettura che, nell’attività del laboratorio, sarà oggetto delle sperimentazioni progettuali riguarderà l’Housing sociale. Nelle esercitazioni verrà data molta attenzione all’importanza che assumono gli elementi geografici e naturali nel rapporto con il costruito. Verranno considerati in particolare due aspetti della progettazione: la questione distributiva e la questione tipologica Nel primo caso sarà lo strumento cartografico ad avere un ruolo essenziale nel definire il rapporto tra architettura e luogo e nella individuazione delle scelte di progetto. Le figure che le diverse carte mettono in evidenza come elementi di aggancio tra il suolo, inteso come fondo naturale, e l’architettura possono essere intesi dal progetto come rappresentazione schematica di apparati distributivi alle diverse scale: non solo ponti, strade e percorsi di diversa natura che attraversano l’area in oggetto, ma anche quelle parti delle costruzioni come scale, ballatoi, muri, piani terra e in sostanza tutto ciò che, dalla città fino all’interno dell’alloggio, consente la distribuzione, il passaggio e quindi il movimento delle persone e delle cose. Per quanto attiene alle questioni tipologiche sarà importante la scelta dei riferimenti. Questi dovranno riguardare o gli edifici che più interpretano i caratteri del luogo: gli edifici "d’acqua" di cui esistono anche nell’area esempi molto significativi o edifici come le grandi cascine o le abazie che, oltre a interpretare i caratteri del luogo, sono stati centri di organizzazione del territorio. Ma riguarderanno anche il tema dell’edilizia sociale o qualsiasi altro edificio che possa porsi, inizialmente, come elemento di riferimento per la soluzione di uno dei problemi di architettura posti dal programma. Anche in questo caso la convergenza di interessi storici e progettuali può essere particolarmente significativa. I materiali che verranno messi a disposizione all’inizio dell’attività del laboratorio dalla componente progettuale dell’Atelier sono contenuti nella struttura indicata come Nuova Griglia Politecnica. Questa viene utilizzata dagli studenti secondo due diverse modalità alle quali si accede dal portale, all’indirizzo web: http://frigo.polito.it:8080/grid In un caso come Griglia "vuota" e cioè come struttura, quadro grafico, strumento di pensiero che organizza le operazioni di progetto. Ogni gruppo di studenti compie le sue sperimentazioni inserendosi nelle caselle della Griglia. Il materiale qui è sostanzialmente la guida alle operazioni di progetto, anche alla scelta della loro parzialità. Ma il portale contiene anche la memoria dei progetti che nella Griglia sono stati costruiti, perciò essa è anche una Griglia "piena": l’insieme di molte diverse operazioni che hanno riguardato l’elaborazione cartografica (le carte a diverse scale che attraversano la zona in oggetto), la ricostruzione e l’elaborazione dei testi di programma, le scelte dei riferimenti, il loro diverso ridisegno, le catene di figure che ne sono seguite. Questo materiale è frutto di studi e ricerche in gran parte svolte da docenti e ricercatori, ma in parte anche del lavoro e dell’applicazione degli studenti che nella Griglia hanno costruito progetti integrando lavori di analisi e di progetto e quindi producendo assieme alle loro proposte anche modi di vedere la città e di leggere e rappresentare le architetture esistenti in relazione ai diversi problemi posti dal programma. Al di fuori delle Griglie verranno messi a disposizione tutti quei materiali che necessitano di formati utili per operare. Un ruolo di rilievo è costituito dai materiali cartografici che saranno messi a disposizione: cartografia di base, carte storiche e interpretative e cartografia orientata al progetto. Ma anche lo studio degli edifici, la loro descrizione e rappresentazione guidata dai diversi problemi posti dal programma di progetto faranno parte del materiale di cui gli studenti si potranno avvalere ma che in parte dovranno anche costruire, come lavoro capace di definire le particolarità delle loro scelte interpretative e di progetto. Per l’apprendimento dei procedimenti di pensiero attraverso cui si conseguono le scelte di progetto, è importante che studenti al 2 anno di corso possano avvalersi di esempi già sviluppati sullo stesso tema e sulla stessa area a partire dalle stesse modalità di lavoro. Dal punto di vista storico, il contributo si pone, pur nella sua autonomia disciplinare, al servizio del progetto architettonico, prefiggendosi di seguire due strade prioritarie: da un lato il riconoscimento della "struttura storica" (secondo schemi analitici propri della scuola torinese facente capo agli insegnamenti di storia dell’urbanistica e del territorio) dell’area nella quale l’intervento si inserisce, alla scoperta di varianti e permanenze in grado di collaborare al processo di scelta delle soluzioni progettuali; dall’altra di concorrere all’individuazione di modelli di riferimento, specifici della stessa area considerata (caratteri insediativi, edilizi, compositivi, fino alla scala distributiva) come di modelli che si configurino quali supporti interpretativi alla maturazione di riferimenti storici per l’attività progettuale. Accanto a un accurato reperimento della cartografia storica (sono previsti momenti di visita guidata negli archivi che conservano le necessarie fonti nonché lezioni di storia e interpretazione della cartografia), si affiancheranno cenni sulla storia urbanistica della città e una conoscenza diretta, di dettaglio, dell’area oggetto d’intervento (con sopralluoghi e contributi di esperti), contributi tutti volti – accanto a quelli più puramente progettuali – a sviluppare il senso critico dello studente. L’attività del laboratorio si articolerà per cicli di lezioni, per comunicazioni attinenti alle esercitazioni di progetto e sperimentazione progettuale attuata mediante la Nuova Griglia Politecnica da gruppi di 3 o 4 studenti. Modalità di verifica dell’apprendimento ed esame finale La verifica in sede di esame sarà unica per le due componenti disciplinari che caratterizzano l’attività del laboratorio. Si comporrà di una valutazione dei risultati conseguiti da ogni gruppo di studenti nella sperimentazione e dall’apporto di ogni singolo studente nell’interloquire attivamente nelle discussioni sui contenuti delle lezioni e delle comunicazioni e della consapevolezza acquisita da ognuno sui temi proposti dalla docenza. Davide ROLFO - Michela ROSSO PROGETTARE UN TESSUTO RESIDENZIALE Il laboratorio intreccia i temi della storia dell’architettura e della città e quelli della progettazione a scala architettonica e microurbana avendo come tema di esercitazione lo studio e la progettazione di un tessuto urbano "domestico", prevalentemente residenziale, inserito in un contesto reale. Il tema della residenza, e dell’aggregazione di residenze, è inteso come di importanza fondamentale per il valore euristico che esso riveste all’interno del percorso formativo di un architetto. L’oggetto di esercitazione permette infatti di affrontare una grande varietà di aspetti che caratterizzano il progetto di architettura: funzionali, normativi, espressivi, simbolici, consentendo inoltre di condurre un fondamentale discorso sugli spazi privati e pubblici, e sulle loro interazioni. L’ampia casistica di soluzioni insediative a carattere residenziale riscontrabile nella storia dell’architettura moderna (a partire dal XVIII secolo) consente di mettere di volta in volta in evidenza gli aspetti più rilevanti in funzione del punto del percorso progettuale lungo il quale lo studente è guidato; l’interazione tra le competenze proprie della storia dell’architettura e della progettazione sarà volta a mettere in evidenza (o in crisi) tali aspetti. L’esercitazione verrà effettuata su una porzione del territorio del Comune di Collegno (TO), anche con la collaborazione di esponenti dell’Amministrazione comunale. Competenze attese Obiettivo didattico del corso è dunque quello di conferire competenze critiche in merito a: • capacità di riconoscimento di potenzialità progettuali presenti nel luogo, intrecciando valori e elementi del palinsesto storico, specificità locali e opportunità di trasformazione; • conoscenza di modelli di riferimento e di sperimentazioni progettuali che possano risultare più significative per il contesto specifico; • capacità di mettere a punto tipi architettonici e modelli insediativi innovativi e pertinenti alla scala urbana e puntuale, con particolare attenzione al rapporto tra scala edilizia e di disegno urbano, tra interno ed esterno. Costantino PATESTOS - Augusto SISTRI PROGETTARE NEL COSTRUITO. LA NUOVA ARCHITETTURA IN UN CONTESTO DI LUNGA CIVILTÀ Con la fine dell’espansione urbana illimitata, l’attenzione della progettazione architettonica viene focalizzata –di nuovo- sul "centro storico" o, per meglio dire, sulla città compatta esistente. Obiettivo dell’attività progettuale è la "rigenerazione urbana" -tramite il progetto di architettura- di alcune aree in stato di degrado. Le aree interessate alle nuove trasformazioni sono: da una parte, spazi centrali rimasti per variegati motivi irrisolti dal punto di vista architettonico (formale e funzionale); dall’altra, aree decentrate e/o parti della periferia storica rese disponibili dopo i cambiamenti epocali in alcuni settori produttivi, nel processo di "de-industrializzazione" della città contemporanea. L’Atelier quest’anno si occupa esclusivamente del primo caso. In questa operazione di riconfigurazione architettonica di alcune parti della città vengono valorizzate le caratteristiche culturali del luogo (il cosiddetto "genius loci") ma anche -e, forse, soprattutto- quelle fisiche del contesto specifico, cioè le "preesistenze ambientali" di cui parlava già negli anni cinquanta del secolo scorso Ernesto Nathan Rogers, uno dei maestri dell’architettura italiana del secondo Novecento. Inoltre, sembra ineluttabile (e lo è) lo studio del rapporto che esiste tra una storia interna del tipo architettonico e una storia esterna del contesto, in altre parole l’analisi costruita attorno al rapporto tra morfologia urbana e tipologia edilizia. Infine, il presupposto che muove l’attività compositiva dell’Atelier riconosce nelle migliori opere nel passato -cioè nella Storia- e nei principi fondamentali -cioè nella Teoria- il necessario paradigma per la nuova progettazione. Area di progetto: I due contributi dell’Atelier (la storia e la composizione) affrontano in maniera autonoma aspetti teorici della propria disciplina; i contenuti sono poi funzionali all’elaborazione di un progetto architettonico elaborato congiuntamente. L’Atelier si occupa della (ri)progettazione di alcune parti della cosiddetta "Area di Comando" torinese, cioè della parte di città compresa tra: Palazzo Reale, via Po, piazza Vittorio Veneto, lungoPo Cadorna, via Gaudenzio Ferraris, Giardini Reali; in particolare affronta la riconfigurazione architettonica: a) dell’attuale piazzale Aldo Moro e b) dell’isolato di San Venanzio, prevedendo la progettazione di una residenza universitaria e nuovi spazi per il Museo del Cinema (Mole Antonelliana). L’Atelier si confronterà poi durante il semestre in particolare con la squadra 1 diretta dai professori Silvia Gron e Paolo Cornaglia che affronteranno il medesimo tema di progetto concentrando la loro attenzione sulla riorganizzazione e il completamento del monumento urbano denominato ‘Cavallerizza’ prevedendo l’inserimento di attività pubbliche strettamente connesse al sistema museale cittadino. Oltre il lavoro progettuale vero e proprio è prevista una esercitazione sulla bibliografia. |
Testi richiesti o raccomandati: letture, dispense, altro materiale didattico
Silvia GRON - Paolo CORNAGLIA
PROGETTARE NEL COSTRUITO. LA NUOVA ARCHITETTURA IN UN CONTESTO DI LUNGA CIVILTA' Vera Comoli, Torino, Laterza, Roma-Bari 1983 Francesca Bagliani, Paolo Cornaglia, Marco Maderna, Paolo Mighetto, Architettura, Governo e burocrazia in una capitale barocca. La zona di comando di Torino e il piano di Filippo Juvarra del 1730, CELID, Torino 2000 Luca Dal Pozzolo, Michela Benente, Barocco. Un’architettura giovane di trecento anni, Allemandi, Torino 2006 Paolo Cornaglia, 1563-1798 tre secoli di architettura di corte. La città, gli architetti, la committenza, le residenze, i giardini, in Enrico Castelnuovo, Walter Barberis, Vera Comoli, Paolo Cornaglia, Michela Di Macco, Silvia Ghisotti, Andrea Merlotti, Tomaso Ricardi Di Netro, Carla Enrica Spantigati ( a cura di), La Reggia di Venaria e i Savoia. Arte, magnificenza e storia di una corte europea, catalogo della mostra (Venaria Reale, 13 ottobre-31 marzo 2007), Allemandi, Torino 2007, pp. 117-184. Silvia Gron, Elena Vigliocco, Intersezione, più frammenti un unico soggetto. Intersection, Araba Fenice, Boves (CN) 2009 Massimo Camasso, Silvia Gron, Elena Vigliocco, Leggere, costruire, trasformare. Appunti di composizione architettonica e urbana, Celid, Torino 2008 Paolo Cornaglia, Dalla città dei bastioni alla città dei viali: architettura e pianificazione urbana a Torino tra la fine del Cinquecento e il primo Ottocento, in Enrico Castelnuovo, Enrica Pagella (a cura di), Torino. Prima capitale d’Italia, Treccani, Roma 2010, pp. 79-89. Altre indicazioni bibliografiche verranno consigliate durante lo svolgimento dell’attività didattica. I materiali grafici riguardanti il tema di progetto sono forniti dalla docenza e inseriti all’interno del portale della didattica. È d’obbligo la formazione di gruppi di lavoro, composti da 2 (minimo) e 3 (massimo) allievi. Docente da nominare - Sergio PACE IMMAGINE DELLA CITTA' E DELLO SPAZIO PUBBLICO MONUMENTALE La bibliografia tematica sarà illustrata nel corso delle lezioni. Matteo ROBIGLIO - Carlo OLMO UN LABORATORIO ....INESISTENTE La bibliografia tematica sarà illustrata nel corso delle lezioni. Pierre Alain CROSET - Edoardo PICCOLI LO SPAZIO DELL'ABITARE La bibliografia tematica sarà illustrata nel corso delle lezioni. Michele BONINO - Filippo DE PIERI PROGETTARE LA CITTA' ASIATICA: TEORIE E PRATICHE DELL'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA (VISTE DA EST) Leonardo Benevolo, Storia della città orientale, Roma-Bari, Laterza, 1988; Mike Davis, Fear and Money in Dubai, "New Left Review", 41, 2006, pp. 47-68; Suketu Mehta, Maximum City: Bombay città degli eccessi, Torino, Einaudi, 2006; Rem Koolhaas/AMO, The Gulf, Baden, Lars Müller Publishing, 2007; Ricky Burdett, Deyan Sudjic (eds), The Endless City, London, Phaidon, 2007; Frédéric Edelmann (ed.), In the Chinese City, Barcelona, Actar, 2008; Thomas J. Campanella, The Concrete Dragon. China’s Urban Revolution and What it Means for the World, New York, Princeton Architectural Press, 2008; Iker Gil (ed.), Shanghai Transforming, Barcelona, Actar, 2008; Claudio Greco, Carlo Santoro, Pechino. La città nuova, Milano, Skira, 2008; Lillian M. Li, Allison J. Dray-Novey, Haili Kong, Pechino. Storia di una città, Torino, Einaudi, 2008; Vittorio Gregotti, L’ultimo Hutong. Lavorare in architettura nella nuova Cina, Milano, Skira, 2009; Rem Koolhaas, Singapore Songlines, Macerata, Quodlibet, 2010; The State of Asian Cities 2010-11, UN-Habitat, 2010; Alberto Bologna, Michele Bonino, Marco Bruno (a cura di), Seoul Steel Life, Macerata, Quodlibet, 2011; Harry den Hartog (ed.), Shanghai New Towns, Rotterdam, 010 Publishers, 2011; Xuefei Ren, Building Globalization: Transnational Architectural Production in Urban China, Chicago, University of Chicago Press, 2011. Giancarlo MOTTA - Chiara DEVOTI CARATTERI E SPECIFICITA' DELLE PERIFERIE METROPOLITANE TRA STORIA E PROGETTO: PROPOSTE PER INTERVENTI DI "SOCIAL HOUSING" NELL'AREA BARCA-BERTOLLA A TORINO Nell’incontro introduttivo dell’attività del laboratorio verrà fornita una bibliografia essenziale compatibile con i tempi e i crediti del laboratorio. Una bibliografia più approfondita sugli argomenti trattati verrà fornita nel corso delle lezioni e delle comunicazioni. Davide ROLFO - Michela ROSSO PROGETTARE UN TESSUTO RESIDENZIALE Marc Augé, Ville e tenute. Etnologie della casa di campagna, Elèuthera, Milano 1994. Philippe Boudon, Pessac de Le Corbusier, Dunod, Paris 1969. Pierre Bourdieu, La distinzione: critica sociale del gusto, Il Mulino, Bologna 1983. Pierre Bourdieu, Strutture sociali dell’economia, Asterios, Trieste 2004. Maristella Casciato, "L’abitazione e gli spazi domestici", in Piero Melograni (a cura di), La famiglia italiana dall’Ottocento a oggi, Laterza, 1988, pp.. Mary Douglas, Baron Isherwood, Il mondo delle cose. Oggetti, valori, consumo, Il Mulino, Bologna 1984). Monique Eleb, Anne Marie Châtelet, Urbanité, sociabilité et intimité. Des logements d'aujourd'hui, Editions de l'Epure, Paris 1996. Guido Fink, Franco Minganti, La vita privata italiana sul modello americano, in Philippe Ariès, Georges Duby, La vita privata. Il Novecento, Laterza, Bari 1988, pp. 351-76 John Foot, Robert Lumley (a cura di), Le città visibili: spazi urbani in Italia, culture e trasformazioni dal dopoguerra a oggi, Il Saggiatore, Milano 2007. Roger Henri Guerrand, "Spazi privati", in Philippe Ariès, Georges Duby, La vita privata. L’Ottocento, Laterza, Roma – Bari 2001, pp. 258-331. Francesco Indovina, Chi abita come, in Id. (a cura di), 1950-2000. L’Italia è cambiata, Franco Angeli, Milano 2000, pp. 164-172. Anne Martin- Fugier, "I riti della vita privata nella borghesia", in Philippe Ariès, Georges Duby, La vita privata. L’Ottocento, Laterza, Roma – Bari 2001, pp. 149-242. Multiplicity.lab (Stefano Boeri, Maddalena Bregani, Francesca Cogni et al.), Milano. Cronache dell’abitare, Bruno Mondadori, Milano 2007. Michelle Perrot, Modi dell’abitare, in Philippe Ariès, Georges Duby, La vita privata. L’Ottocento, Laterza, Roma – Bari 2001, pp. 243-257. Antonio Tosi, Ideologie della casa: contenuti e significati del discorso sull’abitare, Franco Angeli, Milano 1980. Corrado Marcetti, Nicola Solimano, Antonio Tosi, Le culture dell’abitare, Polistampa, Firenze 2000. Maurizio Vitta, Dell'abitare: corpi, spazi, oggetti, immagini, Einaudi, Torino 2008 Davide ROLFO, La mia casa è il mio castello? L’indirizzo alla progettazione e il paesaggio delle case indipendenti, Celid, Torino 2010 Costantino PATESTOS - Augusto SISTRI PROGETTARE NEL COSTRUITO. LA NUOVA ARCHITETTURA IN UN CONTESTO DI LUNGA CIVILTÀ Vera Comoli, Torino, Laterza, Roma-Bari 1983. Agostino Magnaghi, Piergiorgio Tosoni, La città smentita. Torino: ricerca tipologica in ambiti urbani di interesse storico, Torino 1996. Costantino Patestos, L’ostracismo del Partenone, Milano 2006, 2008. Altre indicazioni bibliografiche verranno consigliate durante lo svolgimento dell’attività didattica. I materiali grafici riguardanti il tema di progetto sono forniti dalla docenza e inseriti all’interno del portale della didattica. È d’obbligo la formazione di gruppi di lavoro, composti da 2 (minimo) e 3 (massimo) allievi. |
Orario delle lezioni |
Statistiche superamento esami |
|