Politecnico di Torino | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anno Accademico 2012/13 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
02NBKPM, 02NBKEO Atelier Costruire nel costruito |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Corso di Laurea in Architettura - Torino Corso di Laurea in Scienze Dell'Architettura - Torino |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Programma
Franco LATTES – Alessandro MAZZOTTA
SCHOOLYARDS SHARING. INTERVENTI MINUTI NEL TESSUTO DELLA CITTA’ COMPATTA: IL CASO DEI COMPLESSI SCOLASTICI La città europea ha concluso la sua fase di espansione: il processo è ora prevalentemente rivolto alla rigenerazione delle sue aree interne, ai grandi vuoti, alla centralità dello spazio pubblico, al rafforzamento delle identità urbane, alla cura del patrimonio di edifici e di territorio; questo processo produce interventi architettonici anche minuti ma attenti e sensibili alle loro complesse interazioni tecniche, sociali, culturali; progetti che stabiliscono relazioni fitte tra l’esistente e il nuovo, mediazioni, inclusioni, contaminazioni, piuttosto che proiettarsi verso una trasformazione radicale. Il progetto che reinterpreta e attribuisce nuovo senso funzionale ed espressivo ad un manufatto esistente (assumendo diverse figure concettuali quali "riciclo", "re-styling", "addiction", "infill", "sostituzione") trova esempi ricorrenti, spesso colti e raffinati, che testimoniano la necessità di un dialogo tra nuovo ed esistente, di integrazione tra settori disciplinari e operativi, di uno sforzo creativo che rinnovi pratiche e linguaggi consolidati nell’architettura contemporanea. Esigenze di nuova organizzazione spaziale e distributiva tramite accorpamenti, ampliamenti, demolizioni parziali e relative sostituzioni (a seguito degli ultimi provvedimenti di riforma scolastica), retrofit dell’involucro edilizio esistente (in risposta alle recenti direttive europee sull’incremento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici), ripensamento dei cortili esterni come parti di un sistema di spazi di fruizione collettiva (in relazione al consolidarsi di pratiche di rigenerazione urbana): si tratta di tre questioni spesso affrontate con logiche settoriali e disgiunte. L’atelier si propone di indagare sul tema dell’architettura della scuola attraverso esplorazioni progettuali condotte su casi in cui si intersecano le tematiche accennate, a partire dalla convinzione che questa trasversalità possa determinare il valore scientifico e didattico di un approccio trans-disciplinare e trans-scalare nell’operare sul costruito esistente. Sono stati scelti casi studio reali, rappresentativi di situazioni differenti a scala edilizia e micro-urbana. L’ipotesi di lavoro è la conferma della destinazione ad uso scolastico e la integrazione con nuove funzioni compatibili, in grado di allargare l’utenza ai residenti del quartiere: nuovi volumi ad uso sportivo, espositivo e di intrattenimento (ipogei, in elevazione, come completamento di cortine) determinano l’innesco di un processo di rivitalizzazione che parte dagli spazi connettivi sul lotto di riferimento e si innerva sull’intorno. Laura SASSO – Valentino MANNI ANTICO CONTESTO. INNOVAZIONE TECNOLOGICA. BENESSERE AMBIENTALE L’edificio della Questura in Torino, tra piazza Cesare Augusto e via Egidi, e le relazioni con le Torri Palatine, l’Isolato S. Croce, altri edifici di rilevante interesse storico-ambientale. Saranno messi a disposizione molti materiali di studio raccolti in precedenti laboratori. Obiettivi dell’Atelier sono la progettazione-riprogettazione di un edificio di ottima qualità edilizia con attenzione al contesto antico e archeologico in cui l’edificio è situato, al contenimento dei consumi energetici e alla salute dell'uomo. Condivisione dei problemi per proficui confronti; sostenibilità e documentazione; proprietà di linguaggio; capacità di sintesi a cura degli studenti. Strumenti didattici: ex tempore iniziale; documentazione di quanto viene letto, proposto, ecc. in funzione dello sviluppo del progetto. Verifiche: stati avanzamento lavori con consegna elaborati in formato A3, in modo tale che le esperienze di progetto siano svolte nei tempi previsti. Contributi esterni: il tema dell'abitare, materiali, benessere ambientale. Elaborati finali: tavole formato A1, modelli fisici. Mauro BERTA – Maria Luisa BARELLI NUOVI FRONTI URBANI Obiettivo generale dell’Atelier è quello di introdurre gli studenti alle problematiche sollevate dal progetto di architettura all’interno del tessuto urbano storicamente consolidato, spingendo il livello di approfondimento ad una definizione compatibile con quella della progettazione definitiva e arrivando ad esplorare in maniera dettagliata l’intreccio tra gli aspetti compositivi e linguistici e quelli tecnologici e costruttivi del progetto. L’intero Atelier sarà basato sull’idea (presente da lunga data nella cultura architettonica, soprattutto in ambito torinese) che il progetto non sia solo il luogo ideale della costruzione di soluzioni a problemi dati, ma sia anche e soprattutto uno strumento di conoscenza, utile a porre ordine tra questioni molteplici e a formulare le domande nel modo corretto. Il tema dell’esercitazione sarà necessariamente più circoscritto – da un punto di vista meramente dimensionale – rispetto ai classici temi affrontati nel corso del primo anno. Si lavorerà cioè alla scala del singolo organismo architettonico, concentrandosi su di una porzione di isolato urbano esistente, nella quale gli studenti dovranno inserire nuove funzioni – o integrare quelle presenti – attraverso l’ampliamento e la ristrutturazione dell’esistente. Nel corso delle lezioni e durante le esercitazioni verranno forniti adeguati strumenti concettuali e operativi per gerarchizzare le scelte progettuali relative agli aspetti tipologici, tecnologici e distributivi. Fondamentale importanza assumerà lo studio del rapporto tra spazio urbano e volumi costruiti, così come quello tra città pubblica e città privata (e tra le possibili sfumature e ibridazioni di questi concetti), in quanto principali elementi distintivi del carattere e della qualità di un determinato ambiente urbano. Elemento basilare della riflessione operata dall’Atelier sarà inoltre il tema della sostenibilità dello sviluppo, inteso nella sua accezione più ampia, tale cioè da chiamare in causa nel progetto aspetti tecnologici e morfologici, così come aspetti culturali e sociali. Saranno pertanto possibili, per gli studenti interessati, sperimentazioni su forme innovative dell’abitare (ad es. cohousing, residenze temporanee, ecc.) e sulle relazioni tra queste e la città pubblica. Le lezioni saranno articolate in blocchi tematici, svolti in parallelo su temi diversi: lo studio del tessuto urbano torinese, e in particolare di quello della zona oggetto di esercitazione; l’analisi degli aspetti distributivi e linguistici dell’organismo edilizio, sia al proprio interno sia nei confronti dello spazio pubblico; l’indagine sui risvolti tecnologici del progetto, dalla comprensione dei caratteri costruttivi dell’esistente, alla valutazione di alcune possibili alternative nella scelta del sistema costruttivo e nella organizzazione dell’involucro edilizio. Questi temi, affrontati singolarmente, troveranno significative occasioni di intreccio all’interno di alcune lezioni monografiche interdisciplinari, nel corso delle quali uno o più casi studio particolarmente significativi verranno analizzati nei loro aspetti essenziali. L’attività dell’Atelier è incentrata intorno all’esperienza progettuale, che si svolgerà su di una porzione del tessuto urbano torinese oggetto negli ultimi anni di ipotesi di trasformazione e – in parte – di processi trasformativi già avviati: il fronte di Corso Bolzano tra Corso Matteotti e via Grattoni, prospiciente la nuova stazione di Porta Susa e l’area della nascente torre Intesa San Paolo, che offre – in tre isolati contigui – alcune significative occasioni di progetto relative al completamento, alla riplasmazione e alla possibile sopraelevazione del tessuto edilizio esistente. Fra le ragioni che hanno condotto a scegliere quest’area di progetto la prima, e più importante, è che si tratta di un’area realmente interessata dalle dinamiche contemporanee di trasformazione della città, che insiste sull’asse della "Spina centrale", principale armatura urbana della Torino disegnata dal vigente PRGC, e che interseca le trasformazioni legate alla revisione del sistema ferroviario metropolitano e alla conseguente radicale modificazione del settore occidentale del centro urbano consolidato. L’area si trova nelle immediate vicinanze dell’Università, e ciò consentirà agli studenti di frequentarla e in qualche modo di "appropriarsene" gradualmente. Ad un primo sopralluogo effettuato insieme ai docenti, dovranno infatti seguire ulteriori visite svolte in autonomia, nelle quali gli studenti saranno chiamati di volta in volta ad approfondire temi specifici legati all’esperienza di progetto. Ad ogni gruppo verrà richiesto di svolgere in primo luogo un lavoro conoscitivo sugli edifici presenti all’interno dell’area di progetto. Per quanto riguarda le ipotesi di trasformazione si lavorerà a partire dalle indicazioni del PRGC, le quali verranno assunte criticamente, con la possibilità cioè per gli studenti, a fronte di adeguate argomentazioni, di modificare in parte le previsioni dello strumento di piano. La valutazione finale avverrà in sede d’esame, nell’ambito del quale ciascun gruppo, e quindi ciascuno studente, dovrà essere in grado di descrivere e argomentare criticamente le scelte effettuate nel progetto alle sue diverse scale. Pur non essendo previste valutazioni intermedie formalizzate, tali cioè da incidere sulla votazione finale, l’atelier verrà cadenzato con regolarità da scadenze programmate, nelle quali gli studenti saranno tenuti a presentare gli esiti parziali dell’elaborazione di determinati aspetti del lavoro, e i docenti potranno verificarne l’effettivo e corretto svolgimento. Il lavoro progettuale sul tema di esercitazione è quindi un lavoro che dovrà svolgersi con assoluta continuità durante tutto l’Atelier, senza sospensioni o interruzioni di sorta, accumulando gradualmente materiali semilavorati che – in prossimità dell’esame – si tratterà semplicemente di riorganizzare, completare e rendere coerenti tra loro, con le dovute revisioni alle varie scale. In questo senso le scadenze intermedie hanno lo scopo di aiutare gli studenti a mantenere il lavoro costantemente al passo con l’evoluzione dell’Atelier. Gli studenti lavoreranno in gruppi di 2 o 3 persone. La votazione finale, che terrà conto non solo dell’esito definitivo del lavoro progettuale, ma anche e soprattutto dell’intero percorso svolto, verrà formulata sia sulla base del lavoro collettivo del gruppo, sia sulla base delle modalità individuali di presentazione del lavoro in sede d’esame. Luca REINERIO – Clara BERTOLINI ABITARE SOPRA LE CASE Passeggiando per le vie del quartiere San Salvario a Torino, tra tessuti edilizi compatti e regolarizzati dalla maglia ortogonale delle strade, non raramente si incontrano anomalie ed eccezioni. Si tratta perlopiù di bassi fabbricati, di due o tre piani, che inaspettatamente interrompono lo skyline normalizzato e quasi indifferente della scena urbana. Spesso occupate da attività commerciali o artigianali al piano strada e da residenze nei piani superiori, queste "case" diverse, realizzate tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, raccontano una storia altra della costruzione della città. Una storia anomala e, talvolta, di resistenza rispetto alla crescita ordinaria della struttura urbana. Lo dimostrano le alte e tristi pareti cieche con le quali le costruzioni adiacenti, e successive, le sovrastano brutalmente. Talvolta di due, tre e anche più piani. Denunciando così, a chiunque alzi lo sguardo verso quelle violente lacerazioni, l’"eroicità" spesso involontaria di quelle meste e talvolta commoventi presenze. Proprio su quegli "incidenti" urbani prende avvio il lavoro progettuale dell’Atelier. E non in senso metaforico, ma al contrario molto concretamente. I progetti dell’Atelier dovranno infatti edificare nuove abitazioni proprio al di sopra di quei fabbricati. Quando nel primo dopoguerra quest’attività ricorreva diffusamente – come testimoniano alcune gemme dell’architettura torinese anche a San Salvario - questo genere di aggiunte alle costruzioni esistenti solevano essere chiamate superfetazioni. Il termine derivava dal latino superfetare: "concepire sopra", "concepire di nuovo". Ecco, in questo senso, il compito dei progetti dell’Atelier sarà proprio quello di concepire sopra, concepire di nuovo queste presenze anomale del tessuto urbano, queste eccezioni. Un’azione progettuale che proprio oggi, quando le questioni del recupero dell’esistente e del risparmio nel consumo di suolo diventano strategiche, risulta di grande attualità. Il tema sarà dunque quello di interpretare con il progetto, in un’ottica di sostenibilità ambientale, quelle irregolarità, quegli episodi bizzarri come occasione minuta, ma rilevante, di riqualificazione urbana. Gli argomenti della continuità e della discontinuità, del dialogo e della distanza, della tradizione e dell’innovazione saranno in questo senso, quindi, gli elementi costitutivi delle elaborazioni progettuali, nelle quali la composizione architettonica e la tecnologia si fonderanno mutuandosi in un unico racconto. Andrea DELPIANO – Daniela BOSIA NUOVE ARCHITETTURE PER IL TURISMO Obiettivo principale dell’Atelier è quello di sperimentare con gli allievi il ruolo strategico del progetto di architettura in un contesto in trasformazione. L’Alta Langa è oggi un territorio che fa i conti con la propria marginalità. Appena venuta a capo della difficile vicenda legata alla bonifica ambientale della Valle Bormida, subisce l’esclusione dalla candidatura Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langa, Monferrato e Roero a causa della diversa competitività delle colline da vino sul piano di ricettività, sviluppo economico, progettualità. Si decide di ripartire dal turismo. Le tracce di un rinnovato interesse da parte del mercato nord europeo che scopre una langa "minore", ma a prezzo più contenuto, più vicina al mare e meno "metropolizzata" da villette e capannoni, si aggiungono alla nuova spinta di Regione Piemonte che avvia importanti politiche di recupero dei caratteri ambientali e culturali che rendono unici questi luoghi. Tutto ciò apre alla necessità di attivare nuovi processi di sviluppo locale che partano dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. I progetti svolti all’interno dell’Atelier si inseriranno in questo complesso quadro e riguarderanno la densificazione attraverso modesti ampliamenti di tessuto urbani e fabbricati rurali ordinari situati nel territorio in questione. Le nuove strutture ospiteranno spazi dedicati a servizi per il turismo, piccole strutture ricettive come bed and breakfast o camere in affitto, spazi per la produzione agroalimentare d’eccellenza e la commercializzazione per dare corpo ai primi segnali di un possibile ripopolamento legato a nuove forme imprenditoriali che tornano ad investire nel contesto locale. Marco ORTALLI – Gianfranco CAVAGLIA’ PERCHE’ COSTRUIRE? Obiettivi dell’insegnamento Nel quadro del generale progetto formativo triennale, l’atelier "Costruire nel costruito" si pone come principali obiettivi: - introdurre nel percorso formativo un’esperienza progettuale focalizzata sul singolo organismo edilizio e sulle sue relazioni con l’intorno più prossimo; - fornire le specifiche conoscenze per il progetto di un nuovo organismo edilizio in diretta contiguità con il tessuto edificato del contesto urbano esistente, con l’obiettivo di riqualificare l’intero ambito coinvolto a scala microurbana. - valorizzare un patrimonio esistente non ultimato analizzando le caratteristiche e carenze dell’edificio. (documentazione grafica dell’esistente del contesto). - prefigurare scenari per un’attività futura, con il supporto di motivazioni documentate. Competenze attese Capacità di cogliere pienamente le potenzialità progettuali che derivano dall’interazione tra forma e tecnica, rapportate al contesto. Capacità di affrontare compiutamente il progetto architettonico alla scala del singolo manufatto edilizio. Capacità di individuare – a partire dalla lettura interpretativa dei caratteri delle preesistenze - i criteri necessari a stabilire un dialogo tra progetto e contesto. Le letture interpretative degli ambiti di riferimento verranno condotte in rapporto alle matrici urbane, alle forme insediative, ai caratteri paesaggistici e simbolici della scena urbana, alle tipologie edilizie, ai caratteri distributivi, alle tecniche e ai materiali della costruzione. Assume centralità, in questa fase di apprendimento del progetto, il ruolo del dettaglio costruttivo, inteso come scelta progettuale coerente che implica la capacità di far interagire il repertorio degli elementi costruttivi, delle tecnologie, dei processi, con la conoscenza dei caratteri originari del costruito e con le esigenze formali e funzionali che caratterizzano il progetto. Prerequisiti Aver superato l’esame dell’atelier del 1° anno entro il febbraio dell’anno in corso. Aver acquisito e saper utilizzare le conoscenze relative al corso del 1° anno di Cultura Tecnologica dell’Architettura. Disegnare a mano. Programma Le discipline coinvolte – Composizione Architettonica e Tecnologia dell’architettura – lavoreranno con un approccio fortemente interdisciplinare, nell’ambito del quale la regia compositiva e le soluzioni tecnologico-costruttive si influenzeranno vicendevolmente. Relativamente al percorso di apprendimento specifico delle discipline coinvolte, il programma didattico dell’atelier sarà rivolto allo studio di: - analisi delle relazioni tra interno ed esterno, in rapporto al progetto dell’involucro edilizio; - ruolo dei diversi elementi che compongono l’organismo edilizio; - studio del dettaglio e della relazione tra la parte e il tutto nella concezione architettonica dell’edificio; Particolare attenzione verrà posta alla questione della sostenibilità, intesa come requisito di base nelle scelte progettuali caratterizzanti il rapporto tra nuovo ed esistente, la morfologia degli edifici, il loro orientamento, le loro caratteristiche costruttive e materiche. Relativamente allo sviluppo dell’esperienza progettuale, questa dovrà prevedere un percorso che, dalla scala del progetto insediativo, comprensivo delle relazioni urbane più immediate (1:500/1:200), possa procedere nella descrizione dei caratteri dei manufatti edilizi fino alla scala del dettaglio costruttivo (orientativamente nelle scale1:50 e 1:20). Gli elaborati finali dovranno orientativamente tradursi – per ogni gruppo di studenti - in 6/8 tavole A1, comprensive di una tavola di sintesi, di almeno un modello tridimensionale e di un dossier individuale che raccolga gli elaborati intermedi e che riassuma gli aspetti più significativi del percorso didattico svolto, oltre che la relazione finale di progetto. Modalità di organizzazione dell’atelier Gli studenti saranno organizzati in gruppi di 4 componenti: il lavoro, nel gruppo, sarà sviluppato con ripartizione di compiti e ciascuno studente deve essere in grado di documentare il lavoro fatto. L’attività didattica procederà attraverso lo sviluppo organico di un percorso progettuale, supportato da comunicazioni di inquadramento e di approfondimento teorico e sarà accompagnata da costanti revisioni degli elaborati, da parte dei docenti titolari, singolarmente e in coppia. In parallelo all’impostazione del progetto di intervento, si procederà all’analisi e stesura grafica dell’edificio esistente (1:100, 1:50, con parti 1:20), con ripartizione tra i i componenti del gruppo, con l’obiettivo di comprendere e documentare le caratteristiche costruttive dell’esistente. L’analisi del costruito permetterà di acquisire conoscenze da impiegare nel successivo sviluppo del progetto. Il lavoro prevede analisi dimensionali e distributive degli spazi, comprensione delle modalità costruttive, individuazione di carenze rispetto alle attuali richieste per il contenimento dei consumi, Potranno costituire parte integrante dell’attività di laboratorio: interventi di architetti ed esperti esterni, visite ad opere realizzate, a produttori di elementi della costruzione, a scuole tecniche di cantiere. Le comunicazioni dei docenti e gli interventi esterni avranno luogo preferibilmente nella prima parte del lavoro di atelier, mentre la seconda parte sarà principalmente dedicata al perfezionamento del progetto, alla stesura degli elaborati e alle verifiche incrociate alle diverse scale. Controlli dell’apprendimento/Modalità d’esame Ciascuna coppia di docenti dell’atelier stabilirà controlli periodici dell’apprendimento e dell’avanzamento dei lavori. Il confronto fra i lavori dei vari gruppi di studenti degli atelier sarà organizzato con cadenza periodica e come percorso di avvicinamento all’esame. Gli esami si svolgeranno dopo una presentazione collettiva dei lavori e consisteranno nella discussione degli elaborati di progetto dei singoli gruppi di studenti. La valutazione si concluderà con l’espressione di un voto individuale assegnato a ciascun studente, prodotto dalla valutazione dell’apprendimento nell’ambito di ciascuna disciplina e al contributo del candidato alla elaborazione del progetto complessivo. Tema del laboratorio Il tema di analisi e progetto del laboratorio riguarda un edificio, inutilizzato da vari anni, situato a Torino in Via Pinelli 2. L’edificio, di proprietà comunale, era destinato a scuola materna, con parti in amianto, e quindi senza possibilità di riuso. Una recentissima variante del PRG consente il cambio d’uso da scuola a servizi di vario genere tra cui "residenze collettive". Il tema di indagine sarà pertanto un edificio con caratteristiche residenziali, composto da piccoli alloggi dai 25 mq ai 50 mq per giovani studenti, anziani, ecc. Il laboratorio seguirà le indicazioni previste nel programma dell’atelier "Costruire nel costruito". - Allegati - Descrizione area; - Mappa catastale; - Normativa e foto; - Stato di fatto. |
|
Testi richiesti o raccomandati: letture, dispense, altro materiale didattico
Franco LATTES – Alessandro MAZZOTTA
SCHOOLYARDS SHARING. INTERVENTI MINUTI NEL TESSUTO DELLA CITTA’ COMPATTA: IL CASO DEI COMPLESSI SCOLASTICI Nel corso dello sviluppo degli aspetti teorici e delle esperienze progettuali, i docenti forniranno indicazioni su specifici riferimenti bibliografici. Laura SASSO – Valentino MANNI ANTICO CONTESTO. INNOVAZIONE TECNOLOGICA. BENESSERE AMBIENTALE Nel corso dello sviluppo degli aspetti teorici e delle esperienze progettuali, i docenti forniranno indicazioni su specifici riferimenti bibliografici. Mauro BERTA – Maria Luisa BARELLI NUOVI FRONTI URBANI Riferimenti bibliografici specifici verranno forniti di volta in volta nel corso delle lezioni. Da un punto di vista generale si consiglia la seguente bibliografia di riferimento. Sul rapporto tra forma architettonica e morfologia urbana: Ambrosini G., Berta M. (2009), Figure territoriali. Dispositivi morfologici per la forma urbana, in: De Rossi A., (a cura di), GrandeScala, Barcellona: List. Cavallari Murat A. (a cura di), (1968), Forma urbana ed architettura nella Torino barocca: dalle premesse classiche alle conclusioni neoclassiche, Torino, UTET. Moneo R. (2007), Costruire nel costruito, Torino: Allemandi. Rossi A. (1966), L’architettura della città, Padova: Marsilio. Sulle trasformazioni recenti di Torino: Bagnasco A., Olmo C. (a cura di), (2008), Torino 011. Biografia di una città, Milano: Electa. Sul progetto architettonico come strumento di conoscenza: Berta M. (2003), Aimaro Isola. I racconti dell’architettura ed i sogni del Drago, in: Quintelli C. (a cura di), Ritratti. Otto maestri dell’architettura italiana, Torino, Celid,. Berta M., Rolfo D. (2011), Insegnare ad imparare. Il progetto e le sue metafore come strumento di indagine, in: Rete Vitruvio (Edited by D’Amato C.), Ist International Congress. Architectural Design between teaching and research, Atti, Vol. 3. La didattica, Bari: POLIBAPress / Arti grafiche Favia. Moneo R. (2005), Sul concetto di arbitrarietà in Architettura, in: «Casabella», n° 735. Sulla relazione tra cultura tecnologica e progetto di architettura: Barelli M. L., Trisciuoglio M. (a cura di), (2000), Anna Maria Zorgno. Sei scritti di tecnologia dell’architettura, Torino: Celid. Dupire A. et al. (1985), L’architettura e la complessità del costruire, Milano: Clup. Guenzi C. (1993), L’arte di edificare. Manuali in Italia 1750-1950, Milano: BE-MA. Sinopoli N., Tatano V. (a cura di), (2002), Sulle tracce dell’innovazione, tra tecniche e architettura, Milano: Franco Angeli. Luca REINERIO – Clara BERTOLINI ABITARE SOPRA LE CASE Nel corso dello sviluppo degli aspetti teorici e delle esperienze progettuali, i docenti forniranno indicazioni su specifici riferimenti bibliografici. Andrea DELPIANO – Daniela BOSIA NUOVE ARCHITETTURE PER IL TURISMO CORBOZ A., Il Territorio come Palinsesto, in "Casabella" n.516, 1985. CHOAY F., L’Allegoria del Patrimonio, Officina Edizioni, Roma, 1995 (I ed. Paris, 1992). SECCHI B., Prima Lezione di Urbanistica, Laterza, Bari, 2000. VIGANÒ P., La Città Elementare, Skira Editrice, Milano, 2003. ANDRIANI C., (A CURA), Il Patrimonio e l’Abitare, Donzelli, Roma, 2010. LANZANI A, In Cammino nel Paesaggio. Questioni di Urbanistica e di Geografia, Carocci, Roma, 2011. Marco ORTALLI – Gianfranco CAVAGLIA’ PERCHE’ COSTRUIRE? I riferimenti bibliografici verranno forniti nel corso dell’attività dell’atelier, a supporto delle comunicazioni e dei lavori specifici dei gruppi di studenti e saranno lasciati a disposizione sul portale della didattica. |
|
|
Orario delle lezioni |
Statistiche superamento esami |
|