Politecnico di Torino | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anno Accademico 2012/13 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
02NXXPV Atelier Restauro, promozione, valorizzazione del patrimonio |
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Corso di Laurea Magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio - Torino |
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Presentazione
L’atelier conclude il processo formativo dell’architetto declinato sulle tematiche del patrimonio architettonico e paesaggistico e riconduce a una progettualità complessa le varie discipline del restauro, storia, valorizzazione, virtual heritage, che, affrontate singolarmente nel percorso biennale specialistico, si ricompongono in un dialogo interattivo e sincronico. Ragione per cui il progetto è un processo a carattere sistemico che si attesta sulla dimensione interdisciplinare, nel confrontarsi con la complessità della scala paesaggistica, urbana e diffusa. Dalla conoscenza al restauro e all’innovazione, dalla valorizzazione alla gestione e promozione, questa dimensione interdisciplinare - che va oltre gli strumenti e le tecniche tradizionali di approccio al progettare - incide sulla valenza metodologica del progetto stesso, inducendo anche a riposizionare i singoli statuti disciplinari. Prima ancora che con le varie discipline, il cui apporto è comunque culturale, epistemologico, semantico, il progetto si concretizza nell’unitarietà degli obiettivi, delle procedure, delle metodologie, delle tematiche e dei contenuti culturali che lo qualificano.
I progetti di conoscenza e di restauro sono strettamente connessi nei preliminari di acquisizione delle fonti indirette e nell’indagine diretta, sul campo, che inducono a una prima fase di sintesi metaprogettuale e intuitiva, da ridiscutere e rielaborare con approfondimenti e feed back stimolati soprattutto durante le discussioni seminariale, momento centrale di unificazione critica del processo interdisciplinare. |
Programma (Prof. M. Giusti)
Ivrea: città antica, città contemporanea e loro futuro
L’atelier è incentrato su Ivrea: la città di antica fondazione e la città contemporanea che si è costruita nel secolo scorso intorno alla grande Olivetti. Due aspetti di una realtà che finora non hanno dialogato. Da un lato, il palinsesto urbano germinato dall’Acropoli con il castello, il Duomo e gli edifici della Curia, dall’altra la via delle fabbriche, degli uffici, delle case per i dipendenti. Nella prima viene affrontata l’analisi storica e l’interpretazione della città sullo sfondo delle epoche che ne hanno determinato l’impianto, dall’età romana e medievale, fino allo sviluppo ottocentesco, una stratificazione di cui si faranno riemergere i segni, se ne valorizzeranno emergenze e connettivi, relazioni tra spazi pubblici e privati, gerarchie e articolazioni , processi di sviluppo e di degrado, di uso e di riuso. Lo studio della città antica è riconducibile a elementi che si compongono in un disegno coerente e organico, generato dal cardo romano e dalla particolare morfologia della Dora che rappresenta la matrice paesaggistica della morfologia urbana. Il cardo coordina e unifica uno sviluppo "introverso" separando i due momenti individuo-società, privato e pubblico. Nella seconda si analizza la nuova dimensione urbana, con nuove regole sociali, nuovi modelli culturali, nuove logiche di sviluppo. Anche la città contemporanea ha il suo "cardo" che è la via della fabbrica di mattoni rossi e le nuove strutture industriali volute da Adriano Olivetti, fino al Palazzo Uffici che è il contraltare più moderno dell’opificio fondato da Camillo Olivetti. Ma è un asse in cui prevalgono i vuoti sui pieni e il paesaggio come sfondo di un continuum "possibile". Nella città-Olivetti mutano scale e relazioni tra i diversi elementi, con conseguenze visibili nello spazio fisico e nel tessuto sociale. Lo scenario della città di oggi all’indomani dalla dismissione dell’ Olivetti è uno scenario di contrapposizioni. Da un lato la città più antica si presta a interventi puntali che dovranno verificare la capacità di ridefinire la sua funzione con nuove strategie culturali ed economiche. Dall’altra la città contemporanea, coi suoi luoghi abitativi e lavorativi, la sua instabile capacità di fruizione, con situazioni di forte criticità. Tra le due realtà si pone la Serra, un edificio complesso, una sorta di micro-città nella città. Un edifico che compendia le funzioni di casa-albargo con quelle collettive, con negozi, sale ristorante, cinema, attrezzature sportive. Al suo interno i resti della città romana. Per queste caratteristiche esso può assumere la funzione strategica di trait-d’union non solo tra le singole parti, della città, ma tra la città e il territorio. Ciò premesso, l’atelier si pone come obiettivo la conservazione , valorizzazione, promozione dell’intero sistema, procedendo per piccole tappe, step by step, attraverso il progetto di elementi cardine come: |
Orario delle lezioni |
Statistiche superamento esami |
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