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Politecnico di Torino
Anno Accademico 2016/17
01QNFPV
Atelier Restauro e valorizzazione del patrimonio A
Corso di Laurea Magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio - Torino
Docente Qualifica Settore Lez Es Lab Tut Anni incarico
Curto Rocco Antonio ORARIO RICEVIMENTO     42 18 0 0 7
Accurti Lisa ORARIO RICEVIMENTO     60 0 0 0 1
SSD CFU Attivita' formative Ambiti disciplinari
ICAR/19
ICAR/22
6
6
B - Caratterizzanti
B - Caratterizzanti
Teorie e tecniche per il restauro architettonico
Discipline estimative per l'architettura e l'urbanistica
Presentazione
L'Atelier multidisciplinare 'Restauro e Valorizzazione del Patrimonio' conclude il percorso formativo del Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il Restauro e Valorizzazione del Patrimonio. Fa interagire il "restauro urbano" con "l’la valutazione economica" per introdurre gli studenti alle problematiche della fattibilità economica e finanziaria nella conservazione del patrimonio di interesse storico, architettonico e ambientale. L’Atelier considera la complessità del progetto di valorizzazione, ne riconosce il carattere sistemico e la necessità di un approccio multidisciplinare, che non è eludibile quando si opera alla scala territoriale paesaggistica e urbana.
Nell'Atelier le teorie, i principi e gli strumenti delle due discipline (restauro urbano e valutazione economica del progetto) si confrontano e s’integrano sulla base di una più attuale concezione del valore del patrimonio, che comprende le diverse componenti che si manifestano in termini monetari e sotto forma di benefici sociali e culturali. In particolare, l’assenza di risorse pubbliche, da destinare alla conservazione dell’enorme patrimonio del nostro paese, porta a superare e a ricomporre il conflitto tra usi privati e usi pubblici, tra valori economici e non economici, tra convenienze dei differenti portatori d’interessi (investitori, proprietari, cittadini, etc.).
L’introduzione delle problematiche della fattibilità nei progetti di restauro e riuso ha riflessi importanti di carattere metodologico nei progetti di valorizzazione del patrimonio architettonico e ambientale, tanto da indurre anche a rivisitare i singoli statuti disciplinari. Il progetto di restauro e di riuso, da una parte, deve preservare le valenze storiche, architettoniche e ambientali e, dall’altra, deve soddisfare alcuni requisiti economici e finanziari, ritenuti indispensabili per la conservazione stessa dei beni a favore delle generazioni future.
Per questa ragione, gli studenti dell’Atelier lavoreranno sulla valorizzazione del patrimonio architettonico del novecento di Ivrea, che è oggi un caso quanto mai attuale e reale. Infatti, "la città industriale di Ivrea del XX secolo" è stata inserita nella Tentative List dall’Unesco che ha riconosciuto che presenta i requisiti potenziali per entrare a far parte della World Heritage List (WHL). A questo fine, la Città di Ivrea ha già predisposto il Piano di gestione secondo le Linee guida dell’Unesco e ha individuato i programmi e le azioni attraverso cui si impegna a garantire la valorizzazione del patrimonio olivettiano, nel caso di esito positivo. A partire dall’analisi dei punti di forza e di criticità del Piano di gestione, gli studenti elaboreranno i progetti di restauro e riuso delle architetture realizzate nel ‘900, considerandole però come elementi costitutivi di un unico sistema (MAM – Museo Architetture Moderne). La tematica della valorizzazione delle architetture olivettiane consentirà di sperimentare l’approccio pedagogico PBL - Problem Based Learning, assumendo l’elaborazione dell’Università di Alborg, stando alla quale l’apprendimento avviene attraverso la soluzione di problemi reali con il coinvolgimento degli stakeholders, tra i quali l’amministrazione di Ivrea ricopre un ruolo fondamentale.
I progetti di restauro e riuso saranno elaborati sulla base di approfondimenti e feed back stimolati dal confronto tra i paradigmi delle due discipline mediante le discussioni seminariali e momenti centrali di unificazione critica del processo interdisciplinare. Nell'Atelier convergono lezioni frontali, esercitazioni multidisciplinari, confronti con specialisti e in modo particolare con gli stakeholder, al fine di supportare gli studenti gli specifici e reali temi di progetto.
Risultati di apprendimento attesi
Gli studenti dell'Atelier:
- riconosceranno la complessità delle problematiche della valorizzazione e saranno in grado d’identificarne le diverse componenti, sviluppando una maggiore consapevolezza delle realtà in cui operano e ponendo attenzione anche alla fattibilità economica e finanziaria dei progetti di restauro e riuso;
- considereranno la valorizzazione del patrimonio storico e architettonico secondo un approccio multidisciplinare, non limitato al restauro e alla valorizzazione;
- imposteranno con correttezza e rigore metodologico il progetto di conservazione e tutela alla scala urbana e territoriale, attraverso l’applicazione delle conoscenze, delle metodologie e degli strumenti operativi acquisiti nel processo formativo, facendo interagire nel corso dell’elaborazione progettuale il "restauro" e la "valorizzazione";
- nei progetti restauro, riuso e gestione dovranno saper selezionare le destinazioni pubbliche, private, miste, in base all’effettiva disponibilità delle risorse finanziarie e alla reale esistenza delle domande di beni e servizi privati ossia considerando la dinamicità dei contesti economici e sociali, condizioni entrambe fondamentali per il caso di Ivrea;
- dovranno saper valutare già in fase strategica il quadro di massima delle convenienze private, pubbliche e pubblico-private, in base ai legami tra gli incrementi di valore, reddituali e di ritorno finanziario e i capitali impiegati, nonché la composizione delle risorse e delle fonti di finanziamento.
- concepire i progetti di valorizzazione dei singoli beni come parti di sistemi di beni integrati alla città e al territorio;
- considerare tra le azioni della valorizzazione la componente della fruizione, anche in rapporto alle potenzialità dell’IT;
- acquisire le Linee guida dei Piani di Gestione Unesco;
- sperimentare l’approccio pedagogico PBL - Problem Based Learnig.
Prerequisiti / Conoscenze pregresse
Gli studenti devono padroneggiare gli strumenti teorie, metodologie e strumenti forniti nell’intero percorso formativo dai di Restauro e di Estimo ed esercizio professionale.
Programma
MODULO DI RESTAURO
L’apporto del restauro è finalizzato a misurare l’acquisizione di saperi multidiscipliari con l’esperienza del progetto di conservazione di sistemi complessi. Dove il progetto deve tendere a mantenere un sistema aperto che conserva struttura e funzioni attraverso la pluralità di "equilibri dinamici", governati in maniera rigorosa da meccanismi di regolazione interdipendenti. Su queste basi si costruisce l’action learning, attraverso la riflessione critica e l’operatività progettuale. Più precisamente, l’esperienza è rivolta a:
- far comprendere il patrimonio architettonico nei suoi statuti materici, tecnico-costruttivi, funzionali, strutturali, visti un una dimensione ampia che implica anche la verifica giustificata della sostenibilità e compatibilità a tutti i livelli (economico-sociale- culturale);
- far interagire i vari saperi nelle scelte di progetto, ai diversi livelli del processo, dal masterplan alla scala definitiva che configura i provvedimenti di conservazione e innovazione sulla materialità architettonica, urbana e paesaggistica.
- interpretare criticamente il patrimonio nelle sue necessità di tutela, messa in sicurezza, conservazione, nuovi usi, innovazione;
- gestire la complessità del progetto alla luce della cultura nazionale e internazionale della conservazione e innovazione.
Gli studenti:
- saranno in grado di predisporre progetti di conservazione e tutela di beni diffusi e paesaggistici, nell’ottica primaria della compatibilità, e senza perdere di vista la visione d’insieme del progetto che deve rispondere alla necessità di protrarre nel tempo i valori culturali dei beni.
- in grado di esprimere capacità critiche di analisi del processo progettuale, in relazione alla qualità del patrimonio storico, nei termini di conservazione delle risorse culturali, e del benessere psicofisico degli utenti, secondo gli obiettivi dello sviluppo sostenibile
- dovranno saper impostare con correttezza metodologica e risolvere problemi progettuali complessi, di organizzazione e trasformazione dei beni, tenendo conto delle esigenze e dei valori sociali, dei limiti e delle potenzialità dei contesti;
- svilupperanno una progettualità sul piano degli interventi di restauro e riuso attenta ai potenziali soggetti attuatori e alla possibilità di intervenire in modo coordinato sulla base di visioni inerenti la pianificazione strategica;
- trattare le specificità della conservazione del "patrimonio realizzato nel ‘900", con rigore metodologico sul piano del restauro e con una maggiore consapevolezza della conservazione del patrimonio contemporaneo, che si presenta quanto mai fragile sul piano della tutela proprio perchè più recente;

MODULO DI VALORIZZAZIONE
L’apporto del modulo di valorizzazione è finalizzato a fornire agli studenti, da una parte, i presupposti teorici e concettuali e, dall’altra, gli strumenti operativi professionalizzanti rivolti a valutare la fattibilità economica e finanziaria dei progetti di restauro, riuso e gestione del patrimonio d’interesse storico architettonico considerando le ricadute che i progetti stessi possono generare nei confronti della collettività in termini di intangibili e di esternalità pecuniarie e non pecuniare. Si assumeranno, pertanto, le teorie del valore rivisitate alla luce dell’economia ambientale e, in particolare, il Valore economico totale (VET) che ne considera tutte le componenti legate all’uso e al non uso, anche alla luce della molteplicità delle forme di fruizione del patrimonio stesso e in modo indipendente dagli usi diretti.
A partire dal quadro teorico delineato dal VET, il modulo considererà la valorizzazione economica dei beni di interesse storico, architettonico e paesaggistico, sia dal punto di vista pubblico sia dal punto di vista privato, ponendo attenzione ai diversi portatori di interesse e ricercando un equilibrio tra convenienze private e pubbliche.
In particolare, gli studenti acquisiranno, anche con il supporto di esercitazioni svolte in aula:
- teorie e strumenti operativi inerenti l’approccio pubblico e privatole alla valutazione dei progetti di restauro, riuso e gestione ;
- le fonti dei dati e le tecniche finalizzate all’analisi dei contesti dal punto di vista economico, sociale e culturale, anche avvalendosi del supporto di Gis e degli open data;
- la tecnica ACR (Analisi costi ricavi/metodo dei flussi di cassa attualizzati) tenendo conto delle specificità dei beni d’interesse storico, sperimentata anche nell’approccio gestionale;
- l’analisi del break even point nel caso di destinazioni che prefigurano l’erogazione di servizi pubblici culturali come nel caso dei musei;
gli strumenti del marketing dei beni culturali, ai fini dell’individuazione dei segmenti di domanda e dei pubblici di riferimento;
- le Linee guida dei Piani di Gestione Unesco definite per la valorizzazione dei beni riconosciuti come patrimonio dell’umanità. . Queste, infatti, di per se stesse già costituiscono un utile supporto metodologico per la valorizzazione che integra le analisi territoriali rivolte a definire la dinamicità sociale ed economica dei contesti con le analisi rivolte alla "conoscenza" dei beni su cui operare, considerate dal corso di restauro.

Gli studenti:
- saranno in grado di individuare strategie di valorizzazione e verificarne, con gli strumenti di valutazione economico finanziaria deputati, la fattibilità in termini di convenienze per le partnership potenzialmente coinvolte, articolando il quadro delle convenienze a seconda della loro natura;
- imposteranno con correttezza e rigore metodologico il progetto di riuso e gestione del patrimonio alle diverse scale, gestendo correttamente gli strumenti di verifica e di controllo delle performance;
- svilupperanno una particolare sensibilità nell’individuare soluzioni che nelle fasi a regime delle attività prefigurate permettano il raggiungimento di bilanci in equilibrio e almeno del pareggio di bilancio, nel caso delle destinazioni pubbliche o miste;
- porranno un attenzione al momento della gestione volta al mantenimento nel tempo della funzionalità del bene, attraverso la definizione di piani di gestione e la promozione di servizi e attività cui è destinato;
- acquisiranno la capacità di integrare le attività caratteristiche di gestione con quelle di promozione di marketing, significative per ogni natura e scala di progetto culturale, sia nel caso delle destinazioni pubbliche sia nel caso di quelle private o miste;
- saranno in grado di predisporre progetti di restauro, riuso e gestione di beni architettonici e di siti, ponendo l’attenzione sulla questione della compatibilità con il bene da conservare/valorizzare e della sussistenza delle condizioni economiche e sociali necessarie per protrarre nel tempo la sua valorizzazione.
Programma (Prof. L. Accurti)
Gli studenti dell’Atelier lavoreranno sulla tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico del Novecento di Ivrea, ed in particolare sui tessuti urbani che hanno reso Ivrea esempio paradigmatico di "Città industriale del XX secolo" , inserita nella Tentative List dall’Unesco.
Le architetture "olivettiane" possono a pieno titolo essere considerate monumenti, e la loro articolazione genera indiscutibilmente un vero e proprio "Paesaggio urbano"; esse infatti sono esito di un preciso e intenzionale progetto organico, che intendeva sostanziare in manufatti tangibili i principi fondativi del programma socio-economico olivettiano, che era quello di accompagnare l’esistenza dei dipendenti e delle loro famiglie in tutte le sfere della quotidianità, da quella lavorativa (la fabbrica, gli uffici), a quella sociale (l’istruzione, la salute), a quella privata (la casa, il tempo libero), offrendo "luoghi" a ciò accuratamente dedicati (e l’architettura altro non è che la prefigurazione di spazi in grado di ospitare in confort e sicurezza un’attività umana).
Non solo: le forme e i caratteri delle architetture olivettiane esprimono chiaramente il modo in cui Adriano Olivetti immaginava che ciò dovesse essere attuato:
- la modernità, sotto il profilo formale, funzionale, tipologico, tecnologico delle architetture avrebbe espresso tutta la carica rivoluzionaria e innovativa del suo disegno ideale;
- il diverso approccio tipologico di edifici con differenti destinazioni funzionali, più razionale per la produzione, più libero e organico per le funzioni sociali e ricreative, ma anche per quelle di studio e ricerca, avrebbe dovuto sottolineare il credo dell’ingegnere nella necessità di un equilibrio tra rigore e libertà per consentire una piena e gratificante realizzazione della persona;
- l’integrazione complessiva degli edifici in una felice fusione reciproca e con l’ambiente circostante denunciava il desiderio di guardare al futuro nel rispetto del presente e del passato, lungi da ogni sradicamento che nei decenni precedenti aveva connotato nel nord Italia l’affermazione dell’economia di fabbrica.
Indubitabilmente, le architetture olivettiane costituiscono pertanto, nel loro insieme e nella loro individua specificità, un patrimonio costruito di rilevantissimo interesse culturale, in termini di rappresentatività, significatività, unicità, in quanto testimonianza materiale di valore storico dell’ esperienza sociopolitica olivettiana, ma anche della cultura urbanistica che ne connotò l’impianto fisico sul territorio eporediese, e su altri territori nazionali ed esteri; per non parlare della rilevanza degli immobili, che per la varietà del repertorio, i felici esiti estetici e stilistici, e l'elevato spessore professionale dei progettisti - tra i più rappresentativi maestri dell' architettura contemporanea – offre un contributo testimoniale fondamentale della produzione architettonica del XX secolo.
Non va dunque trascurata l’importanza storico - culturale sia di ciascun manufatto architettonico, sia del sito "nel suo insieme", ove la rilevanza dei singoli beni, al di là del pregio individuale, acquista ulteriore significato per la funzione assunta nell’ambito dell’ organico progetto insediativo che ha guidato la formazione del tessuto urbano complessivo.
Tale "concezione unitaria" dell’ area e la sua rappresentatività storico - culturale deve emergere nelle azioni finalizzate alla tutela e valorizzazione, anche economica, salvaguardando i vincoli relazionali che hanno portato ad una forte azione di modellamento del tessuto urbano ed edilizio; nell’ area via Jervis- via Monte Navale, in particolare, i lavori si snodano senza soluzione di continuità, con periodici rinnovi e ampliamenti, dal 1908 agli anni ’90, con un picco di operatività a metà degli anni ’50. I tessuti urbani olivettiani di fatto costituiscono un sistema integrato, in cui valori relazionali e qualità dei singoli manufatti concorrono con pari dignità a configurare un paesaggio culturale unico .
Attualmente, a causa del declino della fortuna industriale olivettiana avvenuta negli anni Novanta, questo patrimonio, gestito nei decenni precedenti in forma organica, ha subito frazionamenti di proprietà e un progressivo abbandono e dismissione funzionale. Il declino globale dell’attività produttiva eporediese ha infatti provocato la caduta della domanda di spazi; la difficoltà di Ivrea a individuare una nuova identità post industriale si è manifestata di pari passo con la difficoltà a individuare nuove vocazioni che consentano una adeguata riconversione funzionale di spazi architettonici di rilevante dimensione, riconversione che deve anche reinterpretare e reinventare il ruolo urbano e ambientale del "connettivo" che lega i diversi manufatti architettonici, al fine di riproporre alla città un suo frammento – già ricco di significati e memorie - in veste rinnovata, nuovamente vitale ed attrattivo
L'atelier ha dunque come obbiettivo la definizione per il tema di esercitazione scelto di un master-plan che tenga conto delle singolarità dei beni studiati, della loro vocazione strutturale, figurativa, simbolica, delle attese della comunità e dei programmi urbanistici rispetto alla loro destinazione per arrivare alla loro ottimizzazione progettuale.
Supportato da un'opportuna base cognitiva, il progetto di restauro e valorizzazione dovrà assumere una polivalenza che spazierà dall'ambito architettonico a quello insediativo su larga scala, a quello paesaggistico, con opportuni approfondimenti calibrati in funzione della "dimensione " di scala e tematica indagate.
Gli studenti dovranno dare prova di saper applicare strumenti e metodi acquisiti negli anni passati e nell'ambito del corso stesso, da quelli analitico – conoscitivi ( rilievo geometrico, materico, dei difetti, genius loci, storia e memoria, opportunità attuali e future), a quelli di carattere operativo concernenti la conservazione del bene e la battaglia al degrado, la scelta di riìconversione funzionale, , le strategie di contenimento dei vari tipi di degrado, la verifica di compatibilità e di condivisione coi nuovi usi, dimostrando come la complessità culturale del restauro urbano includa le risorse dell’innovazione: ambiti disciplinari distinti, ma riconducibili all’unitarietà del progetto.
Nel modulo di Restauro il progetto di conoscenza e di restauro sono strettamente connessi nei preliminari di acquisizione delle fonti indirette e nell’indagine diretta, sul campo, che inducono a una prima fase di sintesi metaprogettuale e intuitiva, da ridiscutere e rielaborare con approfondimenti e feed back stimolati soprattutto durante le discussioni seminariale, momento centrale di unificazione critica del processo interdisciplinare.
L'insegnamento si articola in una parte teorico-culturale d’ inquadramento, sostenuta da casi di studio e sopralluoghi finalizzati; una parte propedeutica dedicata all'approfondimento della consistenza, delle tecniche e concezioni strutturali, restituiti attraverso il rilievo tematico criticamente interpretato; un masterplan fondato sulle potenzialità del manufatto e dell’area alla luce degli obiettivi di conservazione; nella elaborazione di un progetto di conservazione integrata alla scala paesaggistica in cui vengono esplicitati gli interventi per garantire la permanenza materiale del bene, la sua rifunzionalizzazione in termini compositivi, di percorsi, di elementi, il rapporto tra la conservazione dell’antico e l’aggiunta compatibile del nuovo, secondo il principio dell’incremento dei valori con nuovi apporti di qualità.
Per esplicitare le conoscenze, l'insegnamento fa riferimento all'illustrazione di casi reali e allo sviluppo di esercitazioni per simulare l'iter conoscitivo e applicativo, oltre che a lezioni monografiche seminariali.
In piena sinergia con il modulo di restauro, il contributo disciplinare della "valutazione/valorizzazione" consiste nel fornire gli strumenti economico e finanziari necessari per verificare la fattibilità economica e finanziaria dei progetti di restauro e riuso sempre avendo presente la loro componete pubblica. Pertanto, gli strumenti mutuati dall’economia privata e pubblica saranno applicati ai beni di interesse storico architettonico, facendoli interagire con il progetto di restauro, sin dalla fase della sua impostazione: con l’obiettivo di ricomporre il conflitto - che molte volte si determina - tra valori di natura diversa, ossia tra i valori storico-architettonici da tutelare e i valori più propriamente economici da cui dipende la realizzabilità dei progetti rivolti a eliminare il degrado fisico e funzionale.
Le architetture del Novecento, su cui sarà posta l’attenzione, in quanto più recenti, facilmente sfuggono alle leggi della tutela, come risulta da alcuni casi emblematici riguardanti la Città di Torino e stessa Regione Piemonte. Il percorso metodologico e l’applicazione degli strumenti economico-finanziari saranno, pertanto, sperimentati sulle architetture del 900, sia pubbliche sia private, che hanno perso la loro destinazione originaria, per le quali il progetto stesso, se considerato nella sua componente economica, può avere un ruolo determinante nel supportare la creazione del valore anche sul piano economico. Il contributo ha l’obiettivo didattico di fare emergere le logiche e le convenienze contrapposte, private e pubbliche, implicite in ogni progetto, rendendo però gli studenti consapevoli del fatto che queste possono essere più facilmente ricomposte se si fanno interagire gli strumenti economici in tutte le fasi del progetto, anche assumendo la scala più propria del piano e/o d’insiemi di beni.


Organizzazione dell'insegnamento
Gli insegnamenti sono articolati in:
- lezioni;
- esercitazioni in aula;
- comunicazioni di esperti svolte su aspetti specifici;
- sopralluoghi;
- incontri con gli stakeholders, tra i quali l’amministrazione di Ivrea costituirà un interlocutore privilegiato;
- revisioni dei progetti per singoli gruppi e collegiali.

Si "sperimenterà" l’approccio PBL (Problem based learning) per strutturare meglio la didattica che nei laboratori di architettura è già impostata come "problem solving".
In particolare, verrà fornito agli studenti una "piattaforma" supportata da un Gis, al fine di sperimentare l’approccio PBL – Problem based learning e di consentire agli studenti di lavorare sui singoli beni considerandoli come elementi del sistema costituito dalle architetture olivettiane presenti nella Core Zone. L’iniziativa muove dal fatto che il Politecnico di Torino, con un suo gruppo di Docenti, al Progetto Europeo Erasmus + "Citylab – Enganging Students with Sustainable Cities in Latin-America" (uantwerpen.be/en/projects/citilab).
Organizzazione dell'insegnamento (Prof. L. Accurti)
Lezioni e seminari sono svolti in parallelo con lo svolgimento dell'esercitazione progettuale. Sono previsti approfondimenti monografici, discussioni seminariali.
Le modalità didattiche prevedono lezioni frontali mono e pluri-disciplinari, orientate nei contenuti all’esperienza concreta del progetto di restauro e di valorizzazione. Attraverso l'esemplificazione di casi - anche sulla base delle problematiche espresse dalle esercitazioni in corso - si affrontano le metodologie di intervento specifiche, condivise in discussioni collettive.
Crediti 6; 60 ore di didattica (ripartite indicativamente in 30 ore di lezione, 50 di esercitazione). Al carico è da aggiungere l'impegno richiesto per sviluppare e completare l'esercitazione, il reperimento di specifiche fonti, lo studio dei materiali bibliografici e delle dispense di supporto.
In aula è fornita assistenza continua nello sviluppo dell'esercitazione da parte della docenza e di un esercitatore.
Sono previsti momenti di confronto e revisione interdisciplinare delle esercitazioni da parte dei docenti dell'Atelier, nonché l'esposizione seminariale dello stato di avanzamento dell'esercitazione da parte degli studenti: a compimento del progetto di conoscenza, dopo la stesura dei masterplan, a completamento del progetto di restauro.
Tipo didattica: Esercitazioni in aula ( verifiche collegiali ) Ore: 9 Lingua: IT
Tipo didattica: Lezioni frontali Ore:12 Lingua: IT
Tipo didattica: Tutoraggio Architettura Ore: 30 Lingua: IT
Tipo didattica: Visite guidate/sopralluoghi Ore: 9 Lingua: IT


Testi richiesti o raccomandati: letture, dispense, altro materiale didattico
MODULO DI RESTAURO
Sintesi degli argomenti trattati, dispense tematiche sulle lezioni e documenti utili all'organizzazione e allo svolgimento del progetto sono messi a disposizione degli studenti sul portale della didattica.
Indicazioni bibliografiche e normative verranno specificate di volta in volta nel corso delle lezioni e durante le attività di esercitazione.
Bibliografia generale del modulo di Restauro:
- Marco Dezzi Bardeschi, Restauro: punto e da capo. Frammenti per una (impossibile) teoria, a cura di Vittorio Locatelli, Franco Angeli, Milano 1991.
- Françoise Choay, L’Allegorie du patrimoine, Editions du Seuil, Paris 1992, ed. it. a cura di E. d’Alfonso, I. Valente, L’allegoria del Patrimonio, Officina Edizioni, Roma 1995.
- Maria Adriana Giusti, Temi di restauro, Celid, Torino 2000.
- Stefano F. Musso, Recupero e restauro degli edifici storici, EPC Libri, Roma 2004.
Maria Adriana Gisti, OAM (Osservatorio dell’Architettura Moderna) in Piemonte, Idea Books, 2007.
-Maria Adriana Giusti, Rosa Tambottino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte, Allemandi, Torino 2008.
- nDonatella Fiorani (a cura di), Restauro e tecnologie in architettura, Carocci, Roma 20

MODULO DI VALORIZZAZIONE
I testi, scelti tra quelli elencati, saranno comunicati a lezione dal docente titolare dell’insegnamento.
Si segnalano dei testi di riferimento non tutti obbligatori ma fortemente consigliati almeno per le parti trattate nelle
lezioni teoriche e durante le esercitazioni, raccolte nel materiale caricato sul portale della didattica
R. Curto, "Strategie e progetti per la valorizzare e gestire il patrimonio esistente", in Estimo e territorio, anno LXVI,
n. 12, dicembre 2003;
M. Florio, La valutazione degli investimenti pubblici. I progetti nell’Unione Europea e nell’esperienza internazionale,
Voll. I e II, Franco Angeli, Milano, 2002;
Ancarani, Fabio e Valdani, Enrico (a cura di), Strategie di marketing del territorio. Generare valore per le imprese e
i territori nell'economia della conoscenza, Milano, EGEA, 2001 ;
Caroli, Matteo, Il marketing territoriale, Milano, F. Angeli, 1999;
Grossi, Roberto e Meneguzzo Marco (a cura di), La valorizzazione del patrimonio culturale per lo sviluppo locale,
Testi richiesti o raccomandati: letture, dispense, altro materiale didattico (Prof. L. Accurti)
TESTI RACCOMANDATI PER CONSULTAZIONE CONTINUATIVA
Metodologie del progetto di conservazione e del restauro
P.TORSELLO, La materia del restauro: tecniche e teorie analitiche, Venezia., Marsilio, 1988
S. CASIELLO (a cura di), Restauro dalla teoria alla prassi, Napoli, Electa Napoli, 2000
M. DALLA COSTA, Il progetto di restauro per la conservazione del costruito, Torino, Celid, 2000.
G. CARBONARA, Atlante del restauro, Torino, UTET, 2004
L. Re, B. VINARDI DE VECCHI (a cura di), Istruzioni di restauro: compendio elementare per la conservazione del costruito, Torino Celid, 2004
M.G. VINARDI, Sperimentare il restauro, Torino, Celid, 2008
S. F. MUSSO, C. ARCOLAO ET ALII, Recupero e restauro degli edifici storici: guida pratica al rilievo e alla diagnostica, Roma, EPC, 2010
M.A. GIUSTI, E. ROMEO (a cura di), Paesaggi culturali-Cultural landscape, Roma, Aracne, 2010
G.CARBONARA, Restauro architettonico: principi e metodo, Roma, M.E. Architectural Book and Review, 2012
Tecniche della conservazione
A.BELLINI, Tecniche della conservazione, Milano, Franco Angeli, 1986
G.ACCARDO, G.VIGLIANO, Strumenti e materiali del restauro. Metodi di analisi, misura e controllo, Roma, Edizioni Kappa,1990
G.ROCCHI, Istituzioni di restauro dei Beni architettonici e ambientali, Milano, Hoepli, 1990
G. CARBONARA (a cura di), Trattato di restauro architettonico, Torino, UTET, 1996
G. CARBONARA (a cura di), Banca dati di restauro: dettagli, progetti, normativa, volumi I-XII , Torino, UTET, 2011
IL RIUSO
SETTIS, "Nuovi usi dell'antico: e il restauro?", in P.PEREGO (a cura di), Anastilosi - L'antico, il restauro, la città, Roma-Bari, Laterza,1986, pagg. 55-60
C.DARDI, Contenitori storici: i limiti della flessibilità, in Anastilosi - L'antico, il restauro, la città, Roma-Bari, Laterza,1986, pagg. 241-245
V.PASTOR, "Innovazione versus conservazione", in S. BOSCARINO, N. PIRAZZOLI, G. CARBONARA, V. PASTOR, Il progetto di restauro: interpretazione critica del testo architettonico, Trento, Com. G. Gerda, 1988
BELLINI, M.L. SCALVINI, V. PASTOR, M. MANIERI ELIA, Restauro architettonico: il tema dell'uso, Ravenna, Essegi, 1990
S. DELLA TORRE, Il progetto di una conservazione senza barriere, In "Tema", n. 1 (1998)
G. DALL'O, G. CARBONARA, Gli impianti nell'architettura e nel restauro, Torino,UTET, 2003
G. CARBONARA, Architettura d'oggi e restauro: un confronto antico-nuovo, Torino, UTET, 2011
Manutenzione
S. BOSCARINO, N. PIRAZZOLI, G. CARBONARA, V. PASTOR (a cura di), Il progetto di restauro: interpretazione critica del testo architettonico, Trento, Com. G. Gerda, 1988
P. MARCONI, "Manutenzione e recupero", in Il restauro architettonico per le grandi fabbriche-Atti del Corso di Perfezionamento, Torino, Celid, 1989
S. DELLA TORRE, REGIONE LOMBARDIA-DIREZIONE GENERALE CULTURE, IDENTITÀ E AUTONOMIE (A CURA DI), La conservazione programmata del patrimonio storico architettonico: linee guida per il piano di manutenzione e il consuntivo scientifico, Milano Guerini, 2003

Dispense del corso a cura del docente, anche scaricabili dalla rete.


Criteri, regole e procedure per l'esame
La verifica di conoscenze e capacità avviene tramite vari momenti intermedi e finali. Nel corso di tali momenti si accerta la capacità d’integrare le conoscenze acquisite e di valutare le soluzioni culturalmente ed economicamente sostenibili, selezionandole criticamente. Il metodo di verifica si attesta sulla discussione di elaborati e colloqui sugli aspetti teorici e applicativi.
In particolare, in sede d'esame, è discusso l’intero processo progettuale in forma di elaborati grafici, di analisi e di relazioni descrittive. Lo studente deve sapere illustrare i diversi elaborati con linguaggio tecnico scientifico, esponendo le scelte progettuali in relazione ai riferimenti teorici, critici, applicativi sia del restauro che della valorizzazione.
La valutazione terrà conto del grado di apprendimento dello studente, della capacità di applicazione e discussione delle conoscenze acquisite (anche pregresse), ai problemi di carattere interdisciplinare e di restituzione delle proposte. Valuterà inoltre la capacità di controllo delle teorie, delle metodologie e degli strumenti impiegati, la capacità di presentare, esporre e approfondire le tematiche trattate.
Il voto è unico e individuale, risultato della media della valutazione dei singoli moduli di insegnamento e degli apporti individuali agli elaborati progettuali, alle analisi e alle relazioni.
Criteri, regole e procedure per l'esame (Prof. L. Accurti)
Le modalità di esame sono: orali, pratiche e casi-studio con la finalità di verificare: le conoscenze acquisite sul piano teorico-metodologico e tecnico-pratico e valutazione della capacità di applicazione delle stesse all'attività progettuale, a partire dalla discussione della proposta sul caso –studio elaborata nel corso dell’anno. La prova orale finale della durata di circa 30 minuti si svolge per gruppi con discussione collegiale sulle tavole e sui dossier di supporto e con verifica individuale di conoscenza sulle nozioni base del corso.

La verifica di conoscenze e capacità avviene tramite vari momenti intermedi e finali.
Nel corso di tali momenti si accerta la capacità di integrazione delle conoscenze acquisite in contesti diversi e di valutare, selezionando criticamente le soluzioni culturalmente sostenibili. Il metodo di verifica si attesta sulla discussione di elaborati e colloqui sugli aspetti teorici e applicativi.
In particolare, in sede d'esame, è discusso l’intero processo progettuale in forma di elaborati grafici e di relazioni descrittive che lo studente deve sapere illustrare con linguaggio tecnico scientifico, esponendo le scelte progettuali in relazione ai riferimenti teorici, critici, applicativi.

La valutazione terrà conto del grado di apprendimento dello studente, della capacità di applicazione e discussione delle conoscenze - anche pregresse – acquisite, ai problemi di carattere interdisciplinare e di restituzione delle proposte.
Lo studente sosterrà la prova d'esame singolarmente.
La valutazione finale terrà conto delle valutazioni in itinere, della presentazione e discussione degli elaborati finali e del lavoro svolto globalmente.

La frequenza è condizione fondamentale per sviluppare positivamente le attività previste dal modulo di Restauro.

L'esame sarà superato solo nel caso in cui i docenti giudichino lo studente positivamente nelle discipline afferenti all'Atelier.


Orario delle lezioni
Statistiche superamento esami

Programma definitivo per l'A.A.2016/17
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