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Politecnico di Torino
Anno Accademico 2016/17
01RFORL
L'infinito universo della comunicazione visiva: architettura e città, paesaggio e beni culturali.
Dottorato di ricerca in Beni Architettonici E Paesaggistici - Torino
Docente Qualifica Settore Lez Es Lab Tut Anni incarico
Marotta Anna ORARIO RICEVIMENTO     10 0 0 0 3
SSD CFU Attivita' formative Ambiti disciplinari
*** N/A ***    
Presentazione
PERIODO: FEBBRAIO 2017

Il corso propone un'esplorazione attraverso le differenti e possibili declinazioni della Comunicazione Visiva nel più ampio
panorama della Cultura della Visione, intesa anche come linguaggio, volto all'indagine, alla lettura, all'interpretazione e
alla restituzione (anche in funzione progettuale) di Architettura, Città, Paesaggio, visti come beni culturali da conoscere
e "comprendere", salvaguardare, valorizzare e comunicare.
In coerenza con la formazione di terzo livello, il corso si propone l'obiettivo di approfondire principi disciplinari della
Rappresentazione (con relativo lessico, definizioni e repertori) attraverso esempi desunti da casi significativi e
specialistici.
Tale approccio verrà inquadrato nel più ampio concetto di cultura della visione, completato anche secondo i canoni e le
leggi essenziali propri della comunicazione visiva più aggiornata e innovativa, senza dimenticare la psicologia della
forma. Non sono esclusi i fondamenti semiotici e le loro applicazioni (piano del contenuto, piano dell’espressione), fino
alla Nouvelle Rhétorique: Greimas, Hjelmslev, Floch...
Fra i possibili sbocchi applicativi, riprendendo la periodizzazione proposta dal Corso fondativo metodologico, sarà
possibile anche sperimentare esempi di "storia attraverso le immagini".
I progetti di ricerca sviluppati in tal senso dagli studiosi del Politecnico di Torino verranno messi in relazione con il
panorama nazionale ed internazionale, al fine di dotare gli allievi di ampi riferimenti per lo sviluppo dei loro futuri temi di
ricerca.
Programma
Vedere non a caso: l’infinito universo della visione
"Chi poco vede, nulla pensa": con questa frase Filippo Juvarra ci illumina sull’irrinunciabile importanza dell’approccio visivo nell’esperienza, nella conoscenza della realtà e nel suo "completamento di senso".
Quella che sembra una mera percezione "naturale", derivata da reazioni immediate di un nostro apparato sensoriale, in realtà è il più teoretico dei sensi.
Fra gli approcci più pertinenti, si può ricordare il contributo di Woelfflin (ancorché di carattere programmaticamente empirico) per una "storia non tanto delle opere e degli artisti, quanto delle categorie o schemi della visione che rendono possibili quelle opere e quegli artisti: questi schemi si possono chiamare categorie della visibilità senza pericolo di confonderle con le categorie kantiane. Per quanto sia manifesta la loro tendenza parallela, non sono però derivate dallo stesso principio [...] per cui potrebbero apparire piuttosto raffazzonate [...] perché non corrispondono precisamente né alle forme pure dell’intuizione, né a concetti puri dell’intelletto, né a schemi o idee estetiche". E analogamente si potrà riflettere su Riegl, Warburg, Gombrich, ma anche Ryckwert, fino a Maffei e Zeki.
Nel declinare il " Dizionario visivo" derivato da approcci di metodo specialistici, propri delle discipline della Rappresentazione, il corso si pone l’intento di mostrare, attraverso una sintesi critica, come la Cultura della Visione – se consapevolmente affrontata e praticata – possa configurarsi quale laboratorio privilegiato per la conoscenza complessa, nonché parametro per il progetto o per l’analisi, in tutte le occasioni, mediante qualsiasi approccio tecnologico.

1.1 – Comunicazione visiva, significanti, significati (1.5 ore)
Il processo di comunicazione e le sue regole: da Cicerone a Shannon e Weaver, Petty e Cacioppo. Il segno e le sue classificazioni: il segno come forma, icona, simbolo (es. Norberg Schultz ). Dal "quadrato logico di Apuleio alla Nouvelle Rhétorique: semiotiche significanti e semiotiche significate, la traduzione visiva, verso un’applicazione sperimentale di un "trattato del segno visivo", per una retorica dell’immagine (e non solo).

1.2 - Modi della visione: "griglie geometriche" come modelli mentali (1.5 ore)
Collegando il concetto di "campo visivo" al concetto razionale di "geometria", secondo la classificazione dei diversi tipi di geometria (come ad es. quella di Felix Klein), possiamo convenzionalmente affermare che:
. si avvale della geometria euclidea il campo geometrico-intuitivo, che si interessa unicamente delle strutture essenziali delle forme e non degli aspetti quantitativi della geometria. Detto campo educa la nostra percezione visiva di tipo oggettivo, con un’espressione estetica di tipo enumerativo-cognitivo (razionale);
. il campo gestaltico, che studia il processo di formazione – mentale e percettiva – di oggetti e strutture, soprattutto in relazione al visivo-percettivo (superficie) che le contiene, si avvale della geometria affine la quale permette diverse trasformazioni, nonché la proiezione – tramite proiettanti parallele – della figura su un piano comunque disposto;



. il campo fenomenologico (volto a spiegare nei modi più esaustivi possibili l’oggetto apparente nelle sue relazioni), educa la nostra percezione visiva ad osservazioni di tipo organico, ritmico, strutturale. Esso impiega la geometria o teoria degli insiemi, di tipo diffusivo;
. la geometria proiettiva si basa sulla proiezione (a distanza finita), per una rappresentazione "realistica". Qui si innestano le varie teorie prospettiche (con relative prassi), dalla classicità all’attualità, con l’immenso patrimonio storico-scientifico nei trattati stratificato;
. il campo topologico che si interessa della relazione spaziale della parte con il tutto e che educa la nostra percezione visiva di tipo associativo, (con un’espressione estetica di tipo immaginativo) applica la geometria topologica volta a studiare le proprietà invarianti di una forma durante le cosiddette deformazioni continue, come la piegatura, la torsione, l’allargamento, ecc.


2 -Cultura e visione cromatica. Dalle teorie comparate all’analisi e al progetto del colore (3 ore)
Quanto finora affermato (sulla non casualità) per i fenomeni della visione di natura formale, cognitiva e/o percettiva, risulta rafforzato nella Cultura della Visione Cromatica: fin dai tempi più remoti, il colore non ha mai avuto carattere unicamente "naturale", fisiologico-percettivo, essendo oggetto di riflessioni teorico-scientifiche, di attribuzioni simboliche nei più svariati settori e così via. Tali speculazioni risultano inverate e visualizzate mediante le convenzione dei "modelli del colore", affrontati ed esaminati secondo modalità comparative, tali da rendere più consapevoli l’analisi e il progetto.


3 – APPLICAZIONE (3+1 ore)
Gli approcci teorico-culturali vedranno esemplificazioni e applicazioni da parte della docenza.
Per ciascun argomento verranno proposte specifiche bibliografie e letture da testi criticamente selezionati, consigliati dalla docenza, che i partecipanti dovranno commentare secondo un feed-back strutturato.
La conclusione del corso richiederà di individuare esempi in cui sia motivatamente riscontrabile e riconoscibile l’applicazione di quanto illustrato nel corso. Ambiti di elezione per tali esempi, applicazioni e sperimentazioni saranno quelli dell’arte, dell’architettura, del paesaggio, del design (e altro ...) attraverso la disamina di opere, autori, movimenti , iniziative e produzioni scientifiche...
Considerati i ristretti tempi per la trattazione teorica rispetto alla vastità dei temi, per il loro approfondimento verranno lasciati agli allievi iscritti materiali per consultazione e approfondimenti.

Sotto-titolo: Disegno, visione e paesaggio nelle fortificazioni europee: dal " tracciamento in carta" al " tracciamento in terra"
Lunedì 13/02 dalle 09:00-13:00 – SALA CACCIA
Martedì 14/02 dalle 09:00-12:00 – SALA CACCIA
Mercoledì 15/02 dalle 09:00-12:00 – SALA CACCIA
Orario delle lezioni
Statistiche superamento esami

Programma definitivo per l'A.A.2016/17
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