PORTALE DELLA DIDATTICA

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Percezione e comunicazione visiva

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A.A. 2018/19

Lingua dell'insegnamento

Italiano

Corsi di studio

Corso di Laurea in Architettura - Torino
Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica (Mechanical Engineering) - Torino
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Corso di Laurea in Ingegneria Dell'Autoveicolo - Torino
Corso di Laurea in Electronic And Communications Engineering (Ingegneria Elettronica E Delle Comunicazioni) - Torino
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Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale - Torino
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Corso di Laurea in Design E Comunicazione Visiva - Torino
Corso di Laurea in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale - Torino

Organizzazione dell'insegnamento
Didattica Ore
Lezioni 48
Esercitazioni in aula 12
Docenti
Docente Qualifica Settore h.Lez h.Es h.Lab h.Tut Anni incarico
Collaboratori
Espandi

Didattica
SSD CFU Attivita' formative Ambiti disciplinari
ICAR/17 6 D - A scelta dello studente A scelta dello studente
2018/19
"Chi poco vede, nulla pensa", sostiene Filippo Juvarra: nell’attuale "civiltà dell’immagine", la parte visibile e formale costituisce un linguaggio (un approccio metodologico) irrinunciabile e vincente nella formazione dell’architetto (e non solo); approccio purtroppo mai affrontato nei corsi di base. La parte visiva e percettiva può considerarsi un autentico parametro di progetto nell’analisi e nell’intervento su Architettura e Città, Territorio e Paesaggio, così come nella definizione, conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali, senza dimenticare il prodotto di Design. Parliamo di "architettura sostenibile", ma esiste anche una "visione sostenibile" e congruente, da applicare (ad esempio) nel progetto ecocompatibile, come in quello di restauro e valorizzazione? Quanto allora l’aspetto visivo (se non estetico) e la gestione della comunicazione contano nel successo del lavoro di un architetto, di un designer, di interni e/o di prodotto? Se gli stessi aspetti visivi sono stati da sempre riconosciuti e applicati nel campo della grafica, ora anche nel campo dell’urbanistica si parla, fra l’altro, di “mitigazione”, nel caso di interventi “incongrui” nel paesaggio. Le stesse pratiche risultano irrinunciabili in ambiti artistici o scientifici (con approcci quindi percettivo/sensoriali, ovvero cognitivi), a volte nettamente separati, talaltre strettamente correlate. Si potrebbe continuare nel settore della salute: per i luoghi di cura, il wayfinding, le disabilità. In particolare, la gestione dei big data: il volume dei dati deve essere correlato alla capacità del sistema di acquisire le informazioni, così come arrivano dalle diverse fonti, opportunamente relazionate e finalizzate ai diversi usi. Ma la comunicazione visiva può essere finalizzata anche a casi “più semplici” attraverso l’uso di diagrammi, comprese le mappe tematiche, di vario genere. Approcci simili appaiono indispensabili nell’organizzazione grafica di elaborati per un concorso di idee. Gli stessi metodi risultano preziosi per il car design, dall’involucro esterno all’abitacolo, ma lo stesso potrebbe dirsi anche per il progetto di veicoli aerospaziali. E come dimenticare il visual marketing, nella versione avanzata per la persuasione nell’advertising, la comunicazione d’impresa e quella di massa? In conclusione la consapevolezza della visione e della percezione in tutti i campi è un mezzo prezioso per migliorare la qualità della vita, per comunicare e interagire, come nel caso degli scambi multiculturali. La visione è un linguaggio specialistico e, in quanto tale, si sostanzia di (poche) regole fondamentali, applicabili sempre, in tutti i casi, in ciascun contesto, quest’ultimo sempre da correlare al testo. Se volessimo, in estrema sintesi, esemplificare come nel corso verrà presentato l’articolato e complesso fenomeno della Percezione e Comunicazione Visiva, potremmo farlo in quattro fasi desunte dalla Retorica: informare, conoscere, comprendere, condividere. Dalla dimensione individuale a quella collettiva.
"Who little sees, nothing thinks", supports Filippo Juvarra: in the current "image civilization", the visible and formal part constitutes a fundamental and winning language (a methodological approach) in the architect's training (and not only); an approach never addressed in basic courses. The visual and perceptive part can be considered an authentic design parameter in the analysis and intervention on Architecture and City, Territory and Landscape, as well as in the definition, conservation and enhancement of Cultural Heritage, without forgetting the Design product. We talk about "sustainable architecture", but is there also a "sustainable" and congruent vision, to be applied (for example) in the eco-compatible project, as in the restoration and enhancement project? How important is then the visual and aesthetic aspect in the success of an architect, of an interior or product designer? If the same visual aspects have always been recognized and applied in the field of graphics, now also in the field of urban planning we speak, among other things, of "attenuation" in the case of interventions "incongruous" in the landscape. The same practices result indispensable in artistic or scientific fields (with perceptive-sensorial or cognitive approaches), sometimes they are clearly separated, in other cases they are strictly correlated. We could continue in the health sector: for places of care, wayfinding, disability. In particular, the management of big data: the volume of data must be related to the ability of the system to acquire information, as they come from different sources, appropriately related and aimed at different uses. But visual communication can also be aimed at "simpler" cases through the use of diagrams (including thematic maps) of various kinds. Similar approaches appear indispensable in the graphic organization of works for a contest of ideas. The same methods are valuable for car design, from the outer casing to the passenger compartment, but the same could also be said for the design of aerospace vehicles. And how can we forget the visual marketing, in the advanced version for the persuasion in advertising, business communication and mass communication? In conclusion, awareness of vision and perception in all fields is a precious means to improve the quality of life, to communicate and interact, as in the case of multicultural exchanges. Vision is a specialized language and, as such, is made up of (a few) fundamental rules, always applicable, in all cases, in each context; the latter must always be related to the text.
Il corso intende fornire all'allievo una specifica panoramica sulla cultura della visione (con particolare attenzione nell'ambito del lavoro e delle professioni) tra teoria e prassi, tradizione e innovazione, con esempi e applicazioni a carattere tematico (su argomenti di volta in volta desunti dall'attualità e puntualmente calibrati sulle esigenze dei singoli studenti). Tutto per meglio comprendere (ma anche per applicare e verificare, nell'analisi e nel progetto dell’esistente quanto nel progetto del nuovo) matrici culturali, strutture e processi dei linguaggi formali e dei caratteri visivi, con i relativi significati per architettura, città, paesaggio, ma anche cinema e altro. Fra i più importanti obiettivi del corso occorre dunque ricordare il controllo dell’immagine e la comunicazione del progetto e dei suoi esiti. Per rispondere alla domanda: che cosa voglio esprimere visivamente? Come e perché?
Sono fondamentali l’interesse per la cultura della visione, la sua applicazione e i suoi esiti nei campi dell’architettura, del paesaggio, della città e del design (e oltre). Interesse agli aspetti comunicativi, espressivi e simbolici dell’architettura compresi i valori estetici. Interesse per tutti gli aspetti legati alla Percezione e Comunicazione visiva, in tutte le sue forme. La voglia di completare la propria formazione di architetto con l’”educazione alla visione".
1. MODI DELLA COMUNICAZIONE, DALLA TRADIZIONE AL CONTEMPORANEO a) Il processo di comunicazione e le sue regole Il segno e le sue classificazioni. Architettura come segno e simbolo. Segno grafico e segno iconografico nel linguaggio della visione. Il segno come traccia grafica nell’analisi e nel progetto; il "disegnare" per comunicare, dalla matita al digitale. b) Retorica e semiotica della visione L’efficacia nell’"arte della persuasione": retorica, immagine e comunicazione visiva. Dall’antichità classica agli effetti speciali: la Nouvelle Rétorique e la Scuola di Liegi e oltre. L’esperienza di Greimas. 2. MODI DELLA VISIONE. APPLICAZIONI PRATICHE DALLA TEORIA a) “Il pensiero visivo” di Rudolf Arnheim Visibile e invisibile, materiale e immateriale in architettura, città, paesaggio. Alle radici della comunicazione visiva contemporanea: la fenomenologia dell’immagine dalla tradizione all’innovazione. Dalla Gestalt alla percezione e cognizione per una nuova "visione sostenibile" e congruente. La psicologia della forma dalle esperienze gestaltiche al Bauhaus, fino alle neuroscienze di base (Maffei, Zeky, per arrivare agli aggiornamenti con Beau Lotto). Un approccio ecologico alla percezione: James J. Gibson. Dal passato al futuro: modelli mentali, metodi e tecniche di rappresentazione nella cultura dell’immagine. Geometrie visive e geometrie compositive. La “grande struttura geometrica” del campo visivo: Attilio Marcolli e Charles Bouleau. Dalla prospettiva lineare brunelleschiana allo spazio nel 3D, nel virtuale, nell’interattivo, nell’immersivo. b) Un fattore di successo: il colore come "sistema" Le teorie cromatiche comparate e applicate, dall’analisi al progetto. Colore nell’attualità di architettura, città, paesaggio. Colore multietnico e multiculturale. Teorie cromatiche e configurazione della forma: Kandinski, Klee, Itten, Albers, fino ai contemporanei. Il colore nelle nuove tendenze e innovazioni nel progetto d’architettura.
Sono previste attività seminariali (anche internazionali, con contributi europei e americani) e di laboratorio per il progetto di comunicazione visiva, nelle diverse declinazioni. Dette attività potranno essere sperimentate in bandi di concorso o eventualmente correlate a quelle di tirocinio. In alcuni casi sono previste “visite premio” in aziende piemontesi di eccellenza: “Grapperia Mazzetti D’Altavilla”, “Pastiglie Leone” e altre. Ciascun allievo avrà la possibilità di concordare con la docenza argomenti e modalità di interazione con il corso: dall’esame teorico alla redazione di elaborati digitali, multimediali o a stampa. Sono previste applicazioni specifiche, dedicate agli atelier di progettazione o alle tesi di laurea. Ciascuno dei possibili approcci tematici e metodologici proposti dal corso potrà essere criticamente scelto dagli allievi, a seconda dei propri interessi, anche in relazione ai curricula di studi. Le conseguenti applicazioni (personalizzate), potranno essere concordate con la docenza. L’esame sarà dunque preparato durante il corso delle lezioni con l’assistenza del docente e del suo team, e si concluderà con una discussione finale concordata, che verrà meglio descritta agli inizi del corso. Le applicazioni e le esercitazioni potranno riguardare esempi e case-history nel campo di architettura, città, paesaggio, fino ad arrivare all’interior design, ai big data e altro (compresa l’organizzazione degli elaborati grafici per le prove d’esame e i concorsi di idee).
ARNHEIM, Rudolph, Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano 1970; KEPES, Gyorgy, Il linguaggio della visione, Dedalo, Bari 1971; KANIZSA, Gaetano, Grammatica del vedere: saggi su percezione e Gestalt, Il mulino, Bologna 1980; PIRENNE, Maurice, Percezione visiva: ottica, pittura, fotografia, Muzio, Padova 1991; MAROTTA, Anna, Policroma: dalle teorie comparate al progetto del colore, Celid, Torino 1999; HACHEN, Massimo, Scienza della visione: spazio e Gestalt, design e comunicazione, Apogeo, Milano 2007; MAROTTA, Anna, Segno e simbolo, rilievo e analisi. L’esempio nell’ornatus architettonico, in: Centofanti M., Brusaporci S., Sistemi informativi integrati per la tutela la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico e urbano. p. 112-121, Roma: Gangemi Editore, 2010. MAROTTA, Anna, Retorica della visione: dal paesaggio urbano ai sememi. In: Le vie dei mercanti, S.A.V.E. Heritage safeguard of architectural, visual, environmental Heritage. Capri, 9-11 giugno 2011, vol. 1, p. 1-10, Torino: La scuola di Pitagora s.r.l.; MAROTTA, Anna, Colore come "male culturale". Incongruenze cromatiche fra architettura e struttura visiva della città. In: "Colore e Colorimetria – Contributi multidisciplinari". Bologna, 13-14 settembre 2012, vol. 1, p. 681-688, Maggioli Editore, Milano: 2012; MAROTTA, Anna, Arte e Teorie del colore nel cinema fra Europa e America. In: Atti della IX Conferenza del Colore, 19 - 20 settembre 2013, 2014. BEAU, Lotto, Percezioni, Bollati Boringhieri, Torino 2017.
Modalità di esame: Prova orale obbligatoria;
Exam: Compulsory oral exam;
... L’accertamento dell’acquisizione delle conoscenze e delle abilità previste avverrà attraverso prove orali/grafiche e una discussione relativa alle esercitazioni svolte nel corso dell’anno. Verrà valutata positivamente la capacità di interagire fattivamente con la docenza; di gestire in autonomia l’esperienza delle esercitazioni con i rispettivi esiti, con l’applicazione consapevole dei metodi acquisiti; di esporre e comunicare efficacemente la propria crescita formativa. Il voto finale deriverà da una media (ponderata) dei risultati ottenuti. Lingue del corso: italiano e spagnolo. Sul portale verranno inseriti i materiali delle lezioni, sia in italiano che in inglese.
Gli studenti e le studentesse con disabilità o con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), oltre alla segnalazione tramite procedura informatizzata, sono invitati a comunicare anche direttamente al/la docente titolare dell'insegnamento, con un preavviso non inferiore ad una settimana dall'avvio della sessione d'esame, gli strumenti compensativi concordati con l'Unità Special Needs, al fine di permettere al/la docente la declinazione più idonea in riferimento alla specifica tipologia di esame.
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