Il corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale, inserito nel settore dell'ingegneria industriale, forma un professionista le cui conoscenze comprendono tutte le discipline e le tematiche che concorrono alla progettazione, produzione e gestione dei prodotti aerospaziali. La moderna ingegneria aeronautica e spaziale è infatti un'ingegneria di sistema, che sempre più deve integrare a priori gli elementi che concorrono nel progetto, o nella gestione,... Espandi...
Il corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale, inserito nel settore dell'ingegneria industriale, forma un professionista le cui conoscenze comprendono tutte le discipline e le tematiche che concorrono alla progettazione, produzione e gestione dei prodotti aerospaziali. La moderna ingegneria aeronautica e spaziale è infatti un'ingegneria di sistema, che sempre più deve integrare a priori gli elementi che concorrono nel progetto, o nella gestione, di un velivolo o di un complesso spaziale. La base culturale dell'ingegnere aerospaziale non è quindi specialistica, anche se comprende molte e varie conoscenze complesse. La finalizzazione al prodotto aeronautico e spaziale, quindi, lungi dal restringere l'ambito della formazione, lo amplia, perché l'ingegnere aerospaziale, anche quando è impiegato in un contesto specialistico, deve essere in grado di vedere unitariamente i diversi aspetti di un problema, di assemblare conoscenze tratte da domini disciplinari spesso distanti e di inquadrarle nel contesto generale in cui tale prodotto viene concepito, costruito ed utilizzato.
Per conseguire questo obiettivo, il Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale si pone l'obiettivo di una formazione interdisciplinare, i cui contenuti sconfinano da quelli ristretti della classica ingegneria industriale (è il caso, per esempio, dell'elettronica, il cui ruolo in ambito aerospaziale è oggi ineludibile) per comprendere sia le discipline tipiche del settore aeronautico (e in misura minore di quello spaziale, al quale si dedica maggior attenzione nel Corso di Laurea Magistrale), sia quelle necessarie a stabilire quel dialogo con esperti di aree contigue che un'ingegneria di sistema necessariamente richiede. Nella pratica ciò si realizza tramite un primo anno di studi (comune a tutta la formazione in ingegneria del Politecnico) che comprende le discipline scientifiche fondamentali seguito da un secondo anno (comune a tutti i Corsi di Studio della classe L-9) di formazione ingegneristica di base. Il terzo anno, invece, è più specificamente caratterizzato in senso aerospaziale.
Entro questo terzo anno si è perseguito l'obiettivo di offrire agli studenti la scelta tra un percorso fondamentalmente indirizzato alla prosecuzione degli studi ed un'altro che, pur permettendo alle stesse condizioni l'accesso al Corso di Laurea Magistrale, rende anche possibile l'immediato inserimento nel mondo del lavoro. Ambedue i percorsi forniscono una visione generale sulle discipline che formano la base dell'ingegneria aerospaziale, ma primo di essi, designato come Generalista, ha una base fortemente teorica ed un'impronta fondamentalmente metodologica. Il secondo percorso, ha invece una natura più tecnologico – applicativa ed è stato designato come EASA Part66 essendo certificato da ENAC sulla base della norma che porta tale nome. Per la sua progettazione ci si è riferiti ai settori della produzione, dei servizi e della manutenzione aeronautica, tutti individuati come accessibili all'ingegnere aerospaziale triennale. Rispetto al percorso Generalista il percorso EASA Part66, grazie anche al tirocinio in azienda che lo caratterizza, produce un professionista che ha una maggior consapevolezza di tutti gli aspetti, non solo tecnici, che intervengono nelle attività aerospaziali. Pur in assenza degli approfondimenti tipici dei corsi di laurea magistrale, ambedue le figure di laureato dispongono delle competenze necessarie all'aggiornamento continuo delle conoscenze, all'attiva partecipazione al processo di innovazione tecnologica nonché, qualora lo si decida, all'ulteriore prosecuzione degli studi.
Conseguentemente a questa impostazione, il percorso formativo è articolato in più blocchi tematici:
- Fondamenti scientifici e metodologici Sono qui comprese la matematica e le scienze di base (fisica e chimica) nella misura in cui queste discipline sono indispensabili all'ingegneria. I relativi insegnamenti sono collocati nei primi tre semestri, anche se al terzo anno (a riprova dell'importanza dei fondamenti e delle metodologie per l'ingegneria aerospaziale) sono offerti dei complementi di matematica e statistica tra le scelte libere.
- Ingegneria industriale e generale
Tale blocco, collocato nel secondo anno, fornisce la base ingegneristica comune a tutti gli ingegneri (industriali e non solo) trasmettendo loro anche la caratteristica "forma mentis". Esso comprende in particolare il disegno tecnico industriale, la scienza e la tecnologia dei materiali, la meccanica delle macchine, l'elettrotecnica, l'elettronica, la termodinamica applicata, la trasmissione del calore e la meccanica strutturale (le ultime tre discipline, pur condividendo il programma proposto agli altri allievi ingegneri industriali, sono trattate con maggior attenzione al raccordo con quelle successive di costruzioni aeronautiche e aerodinamica).
- Fondamenti teorici dell'ingegneria aerospaziale
Questo blocco, collocato nel percorso Generalista del 3° anno, comprende il tradizionale insieme di conoscenze su cui si basa l'ingegneria aerospaziale e che ne costituisce, per così dire, il "nocciolo duro". Esso include la meccanica del volo, le costruzioni e strutture aerospaziali, gli impianti e sistemi aerospaziali, la fluidodinamica e l'aerodinamica, la propulsione aerospaziale. Su tali basi si formano la competenza tecnica principale del laureato, la sua capacità di ulteriori aggiornamenti nella vita lavorativa e la sua predisposizione alla prosecuzione degli studi.
- Tecnica aerospaziale e manutenzione aeronautica
Contenuti in parte analoghi a quelli del blocco precedente, ma impartiti con maggior attenzione alla loro diretta applicabilità, formano il percorso EASA Part66. Questo, oltre a garantire anch'esso la base culturale necessaria e sufficiente a continuare gli studi, mira a creare una figura professionale immediatamente spendibile sul mercato del lavoro (anche al di là del riferimento alle attività relative alla manutenzione degli aeromobili). A garanzia di ciò provvedono sia l'obbligatorietà di un tirocinio in azienda o struttura equivalente, sia la supervisione delle attività formative da parte dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC) quale afferente all'European Agency for Safety in Aviation (EASA), che le riconosce integralmente ai fini dell'attribuzione ai laureati della Licenza di Manutentore Aeronautico Classe C, secondo la norma internazionale EASA Part 66.
- Conoscenze di contesto e prova finale
Le conoscenze di contesto generano la visione d'insieme richiesta dalla natura di sistema all'ingegneria aerospaziale e aprono alle tematiche esterne (economiche, normative, ambientali, umane, linguistiche) il cui peso nelle attività aerospaziali è crescente. Esse (spesso integrate entro insegnamenti con denominazioni più ampie) sono distribuite lungo il percorso e includono al primo anno un insegnamento sull'evoluzione dell'aviazione (con informazioni sugli attuali scenari internazionali delle attività aerospaziali), uno di lingua inglese ed uno di informatica, nonché al secondo anno un ampio insegnamento di economia con nozioni di normative aeronautiche e di sicurezza d'impresa. Nell'offerta formativa dell'ateneo lo studente ha inoltre a disposizione ulteriori insegnamenti di economia, scienze umane e tematiche emergenti proprie dell'ingegneria.
La conclusione del percorso formativo prevede una prova finale basata su un lavoro svolto autonomamente dallo studente e sfociante nella redazione di un elaborato e nella sua presentazione di fronte ad una commissione di giudizio. Per gli studenti che hanno scelto il curriculum EASA Part66 tale prova finale può associarsi allo svolgimento di un tirocinio curriculare obbligatorio il cui volume può spaziare da un minimo di 6 crediti ad un massimo di 16. Sia l'elaborato che la presentazione devono essere organizzati secondo gli attuali standard della comunicazione tecnica. Per il conseguimento della laurea è richiesta la certificazione della conoscenza della lingua inglese di livello B2, come definito dal Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER).
Il profilo professionale che il CdS intende formare | Principali funzioni e competenze della figura professionale |
Ingegnere di produzione
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FUNZIONE IN UN CONTESTO DI LAVORO:
Con la denominazione di ingegnere di produzione si riassume un insieme di funzioni a cui prepara in particolare il percorso EASA Par66. Queste includono attività di produzione (industrializzazione del prodotto, preparazione dei cicli di lavoro) e di testing, in qualità e safety, progettazione assistita e modellazione CAD, utilizzo di realtà virtuale, model based engineering. Nonostante inizialmente impiegato all'interno di linee guida generali definite a livelli più alti, si tratta di un tecnico con caratteristiche minime tali da garantire un certo livello di autonomia COMPETENZE: All’ingegnere di produzione si richiede di saper unire conoscenza di base e conoscenza tecnica per inquadrare in modo corretto i problemi, proponendo i metodi più adatti per affrontarli. Deve quindi saper eseguire schizzi e disegni di parti, calcoli strutturali e termici in relazione a problemi di meccanica, termodinamica, aerodinamica ed impiantistica aerospaziale essere in grado di utilizzare sistemi operativi e codici di calcolo, sistemi CAD; saper valutare un progetto al fine della messa a punto dei manuali di utilizzo, saper applicare metodi e processi della gestione in qualità e sicurezza; saper comunicare I risultati del suo lavoro sia oralmente che graficamente secondo gli usuali standard professionali (presentazioni o rapporti tecnici). SBOCCHI PROFESSIONALI: - Le grandi industrie aeronautiche e spaziali; - Idem, quelli delle piccole e medie industrie, che spesso delle prime rappresentano l’indotto; - L’aeronautica militare, i settori aeronautici di altre armi e organi dello Stato e delle Compagnie Private di trasporto/lavoro aereo - Uffici tecnici di industrie attive anche fuori dal ramo aerospaziale. |
Ingegnere addetto alla manutenzione e ai servizi aeronautici
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FUNZIONE IN UN CONTESTO DI LAVORO:
L’ingegnere di supporto tecnico alla manutenzione preparato dal percorso EASA Part66 è la figura tipicamente richiesta per coordinare la gestione, la verifica e la supervisione delle attività di manutenzione aeronautica in velivoli ad ala fissa e rotante (in particolare per il mantenimento in ordine di volo). Le sue funzioni sono codificate dalla norma internazionali EASA Part 66 - Licence category C. Sulla base della sua formazione e del riconoscimento rilasciato dall’ENAC per conto dell’EASA egli è pertanto qualificato a fornire supporto tecnico nei seguenti ruoli funzionali definiti dalla norma Par66: Assistant to Technical Data Manager, Assistant to Technical Publication Manager, Assistant to Service Engineering Manager, Technical Publication Department, Spare Parts and Logistics Department, Service Engineering Department, Maintenance Engineering Assistant . In aggiunta a ciò questa figura di ingegnere trova applicazione nelle attività connesse ai servizi aeronautici, quali quelle di customer support, procurement, gestione delle spare parts, gestione delle forniture, supporto logistico e equipment engineering. COMPETENZE ASSOCIATE ALLA FUNZIONE Le specifiche competenze dell’ingegnere addetto alla manutenzione sono definite dalla norma EASA Part 66 e la loro acquisizione è verificata dall’ENAC tramite periodici audit. Pertanto: - sa identificare ed applicare I requisiti tecnici e le procedure amministrative per garantire la costante aeronavigabilità dei velivoli; - sa valutare un progetto al fine della messa a punto dei manuali di manutenzione - sa analizzare I requisiti di affidabilità e sicurezza al livello di sistema; - sa applicare criteri sistemici di affidabilità, manutenibilità e sicurezza (Failure Probability, Mean Time Between Failures, criteri per la definizione delle parti di ricambio, tempi di intervento, logistica, criteri di progetto orientati alla manutenibilità) - sa usare strumentazione di laboratorio; - sa comunicare i risultati del suo lavoro sia oralmente che graficamente secondo gli usuali standard professionali (presentazioni o rapporti tecnici); Le stesse competenze trovano applicazione nel più generale settore dei servizi aeronautici. SBOCCHI PROFESSIONALI: - Le agenzie e le imprese che curano la manutenzione degli aeromobili; - Le agenzie e le imprese che forniscono servizi aeronautici; - Le compagnie di trasporto aereo; - Le aziende aeronautiche in genere, in particolare nel settore del supporto clienti. |
Preparazione per la prosecuzione degli studi | Conoscenze necessarie per la prosecuzione degli studi |
SBOCCHI PER LA PROSECUZIONE DEGLI STUDI
La prosecuzione degli studi è l’unica opzione per lo studente che ha scelto il percorso “Generalista”, ma è aperta senza limitazioni anche a coloro che hanno optato per quello “EASA Part66”. Tutti possono scegliere tra: - Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale - Altri Corsi di Laurea Magistrale della classe dell’ingegneria Industriale - Master Universitari di 1° livello ATTITUDINI RICHIESTE Capire e interpretare problemi formulati in termini matematici. Capacità di analisi e sintesi. Adeguate capacità linguistiche e abilità comunicative. Atteggiamento critico verso le conoscenze acquisite e capacità di trasmetterle al altri. |
Il corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale, inserito nel settore dell’ingegneria industriale, forma un professionista le cui conoscenze comprendono tutte le discipline e le tematiche che concorrono alla progettazione, produzione e gestione dei prodotti aerospaziali. La moderna ingegneria aeronautica e spaziale è un’ingegneria di sistema che sempre più deve integrare a priori gli elementi che concorrono nel progetto, o nella gestione, di un vel... Espandi...
Il corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale, inserito nel settore dell’ingegneria industriale, forma un professionista le cui conoscenze comprendono tutte le discipline e le tematiche che concorrono alla progettazione, produzione e gestione dei prodotti aerospaziali. La moderna ingegneria aeronautica e spaziale è un’ingegneria di sistema che sempre più deve integrare a priori gli elementi che concorrono nel progetto, o nella gestione, di un velivolo o di un complesso astronautico. La base culturale dell’ingegnere aerospaziale non è quindi specialistica, anche se comprende molte e varie conoscenze complesse. La finalizzazione al prodotto aeronautico e spaziale lungi dal restringere l’ambito della formazione, lo amplia, perché l’ingegnere aerospaziale, anche quando è impiegato in un contesto specialistico, deve essere in grado di vedere unitariamente i diversi aspetti di un problema, di assemblare conoscenze tratte da domini disciplinari spesso lontani tra loro e di inquadrarle nel contesto generale in cui tale prodotto viene concepito, costruito ed utilizzato.
Per conseguire questo obiettivo, il corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale prende le mosse da un’ampia formazione di base interdisciplinare, i cui contenuti talora sconfinano da quelli ristretti dell'ingegneria industriale (è il caso, per esempio, dell’elettronica, il cui ruolo in ambito aerospaziale è oggi ineludibile e che il progetto formativo non tralascia), sulla quale si innesta una molteplicità di discipline che includono sia quelle tipiche del settore aeronautico (e in misura minore di quello spaziale, al quale si dedica maggior attenzione nel corso di laurea magistrale), sia quelle necessarie a stabilire quel dialogo con esperti di aree contigue che un’ingegneria di sistema necessariamente richiede. Ciò si realizza tramite un primo anno di studi (comune a tutta la formazione in ingegneria del Politecnico) che comprende le discipline scientifiche fondamentali seguito da un secondo anno (comune a tutti i Corsi di Studio della classe L-9) di formazione ingegneristica di base. Il terzo anno, invece, è più specificamente caratterizzato in senso aerospaziale.
Entro questo terzo anno del percorso formativo si è inoltre perseguito l’obiettivo di offrire agli studenti la scelta tra un curriculum prevalentemente indirizzato alla prosecuzione degli studi ed un’altro che, pur senza precludere l’accesso ai Corsi di Laurea Magistrale, permetta un immediato inserimento nel mondo del lavoro. Il primo curriculum, designato come Generalista, ha una base fortemente teorica ed un’impronta fondamentalmente metodologica. Per quanto riguarda il secondo curriculum, invece, il settore della manutenzione aeronautica è stato individuato come particolarmente accessibile all’ingegnere aerospaziale triennale e pertanto lo specifico pacchetto di opzioni (inclusivo di un tirocinio in azienda) è designato come EASA Part66, essendo certificato da ENAC sulla base della norma che porta tale nome. Più in generale la formazione produce un professionista che ha consapevolezza di tutti gli aspetti, non solo tecnici, che intervengono nelle attività aerospaziali. Pur in assenza degli approfondimenti tipici dei corsi di laurea magistrale tale figura dispone di tutte le competenze necessarie all'aggiornamento continuo delle proprie conoscenze, all’attiva partecipazione al processo di innovazione tecnologica nonché, qualora lo decida, all’ulteriore prosecuzione degli studi.
I laureati saranno quindi in possesso di conoscenze idonee a svolgere ruoli professionali in diversi ambiti, anche concorrendo ad attività quali la progettazione, la produzione, la gestione ed organizzazione, l'assistenza delle strutture tecnico-commerciali, l'analisi del rischio, la gestione della sicurezza in fase di prevenzione ed emergenza, sia nella libera professione che nelle imprese manifatturiere o di servizi e nelle amministrazioni pubbliche.